L’ammiraglio delle Guardie della Rivoluzione iraniane Alì Fadavi ha dichiarato che in caso di attacco americano alle installazioni nucleari del paese, le navi americane diventerebbero obiettivo degli attacchi delle forze armate iraniane. In particolare Fadavi si riferiva alle portaerei americane in quanto l’ammiraglio iraniano sostiene che gran parte della potenza della marina americana si basa sui Jet che decollano dalle portaerei, rendendo queste navi quindi bersagli privilegiati.
Questa dichiarazione arriva a poche settimane dalle annuali esercitazioni che si terranno alla fine di giugno nelle acque del Golfo Persico, Stretto di Hormuz e Mare arabico, nelle quali verrà con molta probabilità utilizzata come bersaglio una copia a grandezza naturale della portaerei Nimitz (la quale sta effettuando le certificazioni del ponte di volo in attesa di un dispiegamento che potrebbe avvenire nel prossimo autunno proprio nella regione del Golfo Persico).
Le affermazioni dell’ammiralgio iraniano si scontrano con le dichiarazioni benevole del presidente Rohani, il quale non ha però mai abbandonato i progetti atomici del paese mediorientale.
Sarà interessante valutare la risposta (o la non risposta) americana a questo tipo di esercitazioni che individuano negli Stati Uniti un nemico da cacciare dalla regione, così come sarà interessante valutare la risposta dell’Arabia Saudita che ha sempre contato sugli Stati Uniti per la difesa del proprio paese.
L’ammiraglio ha infine affermato che tutte le navi che transitano per lo Stretto di Hormuz, devono rispondere alle domande delle autorità iraniane. Domande riguardante destinazione e scopo del transito e che se una qualsiasi nave, portaerei inclusa, non rispondesse alle domande iraniane sarebbe ben presto circondata da una moltitudine di vascelli della Repubblica Islamica…