Irak l’ISIS avanza verso la Giordania
La milizia islamista dell’ISIS (stato islamico dell’Irak e della Siria o del Levante) continua la propria esenzione militare, economica e territoriale.
Dopo essersi assicurato il controllo di Mosul, città nella quale ha catturato centinaia di veicoli blindati e non, armi pesanti, armi individuali e di reparto e una quantità esorbitante di munizioni nonché 250 milioni di dollari conservati nella banca centrale della seconda città dell’Irak, la milizia ha puntato a sud nella regione di Anbar dove ha conquistato diverse cittadine spingendosi sempre più verso la capitale dell’Irak.
Ma Baghdad oggi, giugno 2014, è un obiettivo non conquistabile, 6 milioni di sciiti la abitano e le milizie dell’ISIS non sono ancora abbastanza numerose, devono fare proseliti, instaurare una specie di economia nei territori conquistati e intanto cercare di estendere la loro presenza in uno stato a maggioranza sunnita, uno stato dove la voglia di rivoluzione e di radicalismo cova sotto la cenere, uno stato che ha il nome della Giordania.
E proprio verso la Giordania le milizie dell’ISIS si stanno spegnendo in questi giorni puntando a prendere il controllo della frontiera, ormai abbandonata dai militari iracheni fedeli al governo di Al Maliki, una frontiera dalla quale diffondere il caos verso Amman.
La Giordania ora, non Baghdad, è secondo il nostro gruppo l’obiettivo delle milizie dell’ISIS. La Giordania, uno dei pochi stati ancora relativamente stabili nel medio oriente delle rivoluzioni, dove le religioni convivono pacificamente e la laicità dello stato è garantita da un sovrano moderato.
Ed è la Giordania che oggi ha necessità dell’aiuto di tutto l’occidente, più dell’Irak il quale dovrà trovare da solo il proprio equilibrio, in quanto gli interventi stranieri, americani, iraniani, sauditi o di qualunque altro Peaese non faranno altro che peggiorare la situazione e peggiorare le divisioni ed il settarismo nella nazione irachena, uno stato nei fatti già spezzata in tre nazioni, quella curda a Nord est, quella sunnita a Nord ovest e quella sciita a sud, tre realtà unite nel passato da un dittatore feroce che oggi devono ritrovare la via alla loro identità.
La Giordania attende l’aiuto dell’America e dell’Europa, un aiuto che visto l’atteggiamento della Casa Bianca in politica estera non è certo arrivi nella misura attesa dal sovrano Hashemita.
Comment(3)
Comments are closed.
Stiamo attenti che la Giordania confina con Israele.
Inizia l’ accerchiamento per la distruzione di Israele.
israele ha le atomiche (80) e può produrne altre 190 , senza contare le armi convenzionali e le truppe addestrate ….
pura follia.