Ieri vi abbiamo presentato il primo scenario da noi elaborato per delineare come potrebbe evolvere la crisi in Ucraina. Oggi vi proponiamo uno scenario differente, uno scenario che si basa sull’assunto che i nazionalisti ucraini e il governo di Kiev neghino alle regioni orientali e alla Crimea quella forma di federalismo spinto che la Federazione Russa sembra proporre in questi giorni convulsi.
Cosa accadrebbe quindi se il governo di Kiev negasse autonomia a Donetsk e non volesse rinnovare il contratto di affitto di sebastopoli alla flotta del Mar Nero della Federazione Russa?
Probabilmente in una prima fase assisteremmo ad una presa di posizione formale degli amministratori filorussi delle regioni orientali e dalla Crimea.
A Kharkov, un autoproclamato parlamento ucraino dell’est dichiarerebbe di non riconoscere le decisioni prese da Kiev, senza però proclamarare formalmente l’indipendenza della regione.
Poco dopo le piazze si riempirebbero di manifestanti, inneggianti all’indipendenza e che potrebbero assaltare i simboli del potere centrale come le caserme delle forze di polizia nazionale. Anche i filo europei che vivono nell’est, seppur minoranza, scenderebbero nelle strade e inizierebbero scontri violenti nelle piazze.
Il governo di Kiev dichiarerebbe quindi lo stato di emergenza e incaricherebbe i reparti dell esercito fedeli all’ovest di sedare le proteste ed arrestare gli amministratori locali che non riconoscono il potere centrale. In questa situazione il presidente Putin potrebbe ordinare alle forze armate russe di prendere il controllo dell’Ucraina orientale fino alla sponda sinistra del fiume Dniepr.
Il compito di intervenire rapidamente potrebbe essere affidato alle 106ª divisione Aviotrasportata delle forze armate russe. Una unità da combattimento completamente autonoma dotata di mezzi blindati dispiegabili mediante aviolancio anche in assenza di luoghi dedicati e preparati al suolo. La 106ª potrebbe mettere in sicurezza in appena 10 ore tutta la Crimea e fungere da appoggio per le forze che dalla Russia potrebbero affluire verso Kharkov, Donetsk, Odessa.
L’eventuale reazione dell’esercito ucraino, intendiamo una reazione coordinata e che sfrutti l’azione combinata di aviazione esercito e marina, dipenderà molto dall’atteggiamento dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Se Unione Europea e Stati Uniti supporteranno Kiev nel reprimere la richiesta di federalismo delle regioni dell’est l’esercito ucraino potrebbe cercare di rendere difficile l’avanzata delle truppe russe, sperando in un aiuto occidentale, un aiuto che secondo noi alla fine non arriverà.
Le truppe russe chiamate a difendere le comunità filorusse non dovrebbero avere grosse difficoltà a prendere il possesso dell’est dell’Ucraina, tuttavia la presenza di forti contrasti tra la popolazione civile potrebbe determinare un esodo di profughi sia dall’est che dall’ovest, nel timore di violenze etniche contro la minoranza di turno, determinando una emergenza umanitaria nel cuore dell’Europa che riporterebbe il vecchio continente al periodo buio delle guerra nazionalistiche del ventesimo secolo.
In questo scenario, e particolarmente nel caso in cui gli Ucraini volessero combattere, la parte delle forze armate ucraine che potrebbero dare filo da torcere alle truppe russe sarebbe l’aviazione. Una aviazione che possiede circa 90 Mig-29 e 30 Sukoi-27, aerei relativamente moderni in grado di combattere con l’aviazione russa. Tuttavia l’assenza di aerei radar per il controllo dello spazio aereo potrebbe limitare notevolmente l’efficacia della forza aerea Ucraina.
La marina ucraina non rappresenta una forza combattente degna di nota, essa è equipaggiata con vecchie unità sovietiche, la nave ammiraglia è una fregata classe Krivak.
L’esercito ha mantenuto una buona capacità operativa tuttavia esso si spaccherebbe e su un totale di circa 125000 effettivi stimiamo che circa 70000 sarebbero pronti a combattere contro le forze della Federazione Russa. Il cuore dell’esercito ucraino sono le forze di fanteria meccanizzata e le forze corazzate, una eccellenza è rappresentata ancora dalle forze della difesa aerea, inquadrate sotto le forze di terra, armate con sistemi a lungo e medio raggio di provata efficacia come il sistema S-300 e il sistema Buk-M1.
Queste forze tuttavia non potrebbero contrastare vittoriosamente il corpo di spedizione russo, sebbene la guerra sarebbe sicuramente cruenta e fonte di sofferenze e lutti da ambo le parti.
Speriamo questo scenario non si realizzi, essendo imprevedibile inoltre al momento la reazione di paesi storicamente molto vicini all’Ucraina dell’Ovest e ci riferiamo in particolare alla Polonia, oggi membro della NATO. Non pensiamo ad un coinvolgimento diretto delle forze armate polacche ma di un flusso di volontari che dalla Polonia potrebbero affluire in Ucraina per supportare i filoeuropei.
Ne a parleremo se malauguratamente la tensione nell’est dell’Ucraina dovesse raggiungere il punto di rottura descritto in questo scenario.