E’inevitabile. Se entro il giorno 2 di luglio Stati Uniti e Federazione Russa non troveranno un accordo che sostituisca il defunto trattato INF (Intermediate Nuclear Forces), l’incubo della guerra nucleare tornerà ad essere reale, ed in particolare il rischio della distruzione totale interesserà prima di tutto l’Europa.
Ma cosa è INF? A questo trattato il nostro gruppo ha riservato in passato diversi post di analisi. Già alla fine del 2014 avevamo individuato gli elementi che hanno portato oggi al collasso del trattato. https://www.geopoliticalcenter.com/attualita/il-trattato-inf-sul-punto-di-collassare-i-missili-nucleari-a-raggio-intermedio-tornano-in-europa/
Prima di tutto la denuncia americana del trattato ABM (il quale limitava la possibilità di impiego dei sistemi antimissile), e la programmata installazione degli intercettori degli Stati Uniti nell’Europa orientale (Polonia, Romania). In secondo luogo la scarsa capacità convenzionale dell’attuale Federazione Russa e la necessità assoluta di Putin di mantenere completamente inalterata la capacità di deterrenza di Mosca. Il capo del Cremlino è infatti fermamente convinto che i sistemi antimissile americani possano avere la capacità di abbattere i missili nucleari russi in fase di spinta e che quindi i vettori presenti ad ovest degli Urali siano potenzialmente inutilizzabili in caso di conflitto. Il mezzo più pratico per eliminare la difesa antimissile americana in Europa è impiegare missili a raggio intermedio, sia balistici che da crociera, con spiccate capacità di manovra. INF proibiva la produzione, il possesso e il dispiegamento di vettori missilistici, sia da crociera che balistici, con gittata compresa tra i 500 e i 5500 chilometri. In questo modo venivano eliminati tutti quei sistemi d’arma con capacità nucleari che impiegavano tra i 5 e i 12 minuti per raggiungere il loro obiettivo, tutti con un minimo preavviso di impiego. Le caratteristiche intrinseche di queste armi facevano sì che gli IRBM (missili balistici a raggio intermedio), così come i missili da crociera con la medesima portata, fossero le armi tramite le quali poteva essere iniziata una guerra nucleare per un errore di interpretazione. In caso di lancio di un IRBM le forze attaccate avevano solo due tre minuti per ordinare il contrattacco, togliendo qualsiasi possibilità per la verifica di un eventuale errore del sistema di allarme, aumentando quindi i rischi di un conflitto non voluto. Gli americani, da tempo, affermano che i russi hanno già costruito missili che violano INF. Parliamo in particolare del missile 9M728 Iskander-M (NATO SSC-8). Gli esperti del Pentagono affermano che il missile da crociera può estendere il suo raggio di azione in quanto fino ad oggi i russi non hanno utilizzato la massima capacità della sezione combustibile del missile. Sempre secondo fonti americane sarebbe sufficiente alloggiare nel serbatoio del missile 9M728 la massima quantità di combustibile teoricamente utilizzabile dal vettore per estendere il suo raggio oltre i 500 km imposti dal trattato. Il secondo sistema missilistico accusato dagli americani di violare INF è in teoria un missile balistico intercontinentale, l’RS-26 Rubezh, un missile a combustibile solido con una portata di 5600 km ma che potrebbe modificare il suo inviluppo di volo e scendere al di sotto dei 5500 km del trattato.
I russi negano di aver già sviluppato sistemi che violano il trattato INF, ma dopo l’annuncio americano della sospensione di INF Putin ha anche lui deciso di sospendere formalmente INF ed ha annunciato lo sviluppo di nuovo missili, anche ipersonici, che però ha promesso di non dispiegare se gli Usa non lo faranno per primi. Ma la Russia ha già testato e messo in produzione un missile da crociera a propulsione nucleare con raggio superiore a 500 km. Con grande clamore ne abbiamo parlato anche sulle nostre pagine. Per un missile da crociera il raggio minimo è quello che conta, il raggio massimo, anche se teoricamente maggiore, può comunque essere ridotto ordinando al missile di colpire un bersaglio che si trova al di sotto del raggio massimo utile.
L’unica speranza che abbiamo oggi è che gli Usa abbiano interesse a rinegoziare INF per poter confrontare in maniera adeguata la Cina, che invece è esclusa dal trattato in questione, e che nella nuova teorica rinegoziazione venga incluso anche un capitolo che riguardi la condivisione o la nuova regolamentazione dei sistemi antimissile, vero punto cruciale degli equilibri della deterrenza nucleare a livello globale.