Nell’ultima settimana qualcosa è cambiato sul campo di battaglia, i ribelli siriani in soli cinque giorni hanno abbattuto quattro aerei e un elicottero delle forze governative, un numero impressionante se paragonato ai risultati ottenuti nei sei mesi precedenti di conflitto.
I nostri analisti ritengono che a generare l’aumento del numero di abbattimenti di velivoli del regime da parte dei ribelli dell FSA non possa essere altro che l’arrivo di una nuova arma. Nuova arma che potrebbe essere il missile terra aria spalleggiabile di fabbricazione americana Stinger ( FIM-92 )
Altra faccenda sarà capire chi materialmente ha fornito i missili ai ribelli. In questa fase del conflitto è altamente probabile che non sia stata direttamente l’amministrazione americana ma uno stato del Golfo alleato degli USA, probabilmente con la green light degli Stati Uniti.
L’arrivo dei missili Stinger rappresenta un punto di svolta del conflitto in Siria e segna l’ingresso in campo degli Stati Uniti. Scesa in campo che diventerà ancora più evidente quando tra martedì e venerdì prossimo verranno dispiegati i primi missili Patriot su territorio turco. Missili che saranno gestiti con tutta probabilità da Team Nato composti in maniera prevalente da militari americani con la partecipazione dei Turchi e dei soldati dei singoli stati ( Germania e Olanda ) che forniranno le 6 batterie che prenderanno posizione in Turchia.
Così con i fatti più che con le parole l’America di Obama cambia passo e si materializza nel conlitto siriano.