Nuovi CIE e espulsioni più semplici, ma soprattutto non virtuali, un programma quello del ministro degli Interni Minniti che segna una netta discontinuità con le politiche permissivismo, per no dire lassiste, del governo Renzi.
Un piano però che dovrà affrontare non pochi problemi attuativi, sia di tipo legislativo, sia di tipo formale, sia di tipo pratico. Non vogliamo entrare oggi sulle problematiche legislative o formali, siamo convinti che il Viminale e Palazzo Chigi abbiano concordato (speriamo) una rapida modifica delle norme oggi vigenti al fine di favorire il piano di espulsioni. Oggi vogliamo mettere l’accento sul fatto che a vigilare sui CIE potrà essere chiamato l’esercito (e i CIE essere identificati come aree di interesse strategico nazionale), esercito che si troverà a gestire una situazione molto complesso sotto il punto di viste dell’ordine e della sicurezza.
Come ha sottolineato il ministro Minniti, questi CIE non hanno nulla a che vedere con quelli che sono stati operativi nel nostro paese per tantissimi anni. In passato i CIE facevano parte de circuito “dell’accoglienza” e in quesi luoghi soggiornavano sia le persone che sarebbero poi state accolte come rifugiate, sia coloro che sarebbero poi stati espulsi.
Nei CIE che sorgeranno nei prossimi mesi saranno reclusi (reclusi è il termine corretto) quegli individui il cui iter per ottenere lo status di rifugiato “si è concluso in maniere non positiva” e che quindi devono essere espulsi. Va da se che le persone del CIE avranno la certezza di essere espulse e quindi difficilmente terranno a frena la loro rabbia, la loro violenza e cercheranno in ogni modo di evadere per non essere rimpatriati.
Ecco quindi che emerge netta la contraddizione di una immigrazione che in Italia è ancora incontrollata. Da una parte le azioni dell’Europa, dell’Italia e delle ONG nel mediterraneo centrale che favoriscono l’arrivo degli irregolari in Italia e dell’altra parte l’esercito che probabilmente verrà chiamato a gestire l’ordine in luoghi di detenzione che saranno vere e proprie polveriere pronte ad esplodere.
L’immigrazione incontrollata ha creato un enorme problema di ordine pubblico, oggi non evidente perché gli immigrati hanno ottenuto di restare in Italia, da domani quando capiranno che lo stato di diritto prevarrà nuovamente sulla legge del caos questo problema di ordine pubblico emergerà.
Da un punto di vista più politico il governo di centro sinistra ha deciso di non lasciare l’argomento immigrazione e sicurezza alle opposizioni (FI-Lega-M5S-FDI), svoltando nettamente a verso la richiesta di sicurezza e di ordine che arriva ormai diffusamente dalla grande maggioranza del popolo italiano.
Va da se quindi che sia per ragioni politiche sulle quali oggi tutti concordano, sia per l’evidente fallimento della politica fin ora espressa,va fermata rapidamente l’immigrazione irregolare dalla Libia, vanno aperti canali definiti e regolamentati per chi scappa dalla guerra o da morte certa, e va stabilizzata la Libia, se abbiamo sbagliato come nazione dobbiamo ammettere l’errore, azzerare tutto e ripartire, per davvero.