Il sistema antimissile Nato in Turchia è contro l’Iran non la Siria
Nella giornata di mercoledì 5 dicembre tutto il nostro gruppo è stato colpito dalle dichiarazioni del ministro degli Esteri turco Davutoglu, che ha parlato con i giornalisti dopo la decisione Nato di schierare sul territorio turco 5/7 batterie del sistema di difesa aerea Patriot, nelle sue due versioni PAC/2 e PAC/3.
Il ministro turco era visibilmente soddisfatto e ha rilasciato ai giornalisti la seguente dichiarazione, riportata dal quotidiano turco in lingua inglese Hurryet News :
La Turchia potrà contare sul sistema di difesa missilistica multistrato degli Stati Uniti. Per difendere il territorio turco non saranno presenti infatti solo i missili per difesa di punto Patriot. Saranno presenti nel teatro anche altri due sistemi di difesa missilistica. Il sistema di difesa di teatro AEGIS, con i missili intercettori esoatmosferici SM/3 e il sistema di difesa missilistica di area THAAD.
Abbiamo tradotto in maniera estensiva le dichiarazioni del ministro turco e abbiamo corretto un errore del giornalista di Hurriyet che aveva erroneamente abbreviato THAAD in THAD. Il significato della nostra traduzione è esatto ma più ancora della traduzione letterale, la cosa veramente importante è che secondo quanto dichiarato del ministro turco, in Turchia sarà presente per la prima volta in un teatro operativo tutto il sistema di difesa missilistico americano. La domanda a questo punto è: la Siria pone una minaccia così grave al territorio della Nato e alle sue installazioni militari in territorio turco tale da giustificare un così vasto dispiegamento di mezzi?
L’esercito siriano è al 30% delle proprie potenzialità, molti ufficiali, sottufficiali e militari sono renitenti alla leva del regime o addirittura hanno disertato, le capacità missilistiche della Siria di Assad di oggi non sono nemmeno paragonabili alle capacità del regime 24 mesi fa. I sistemi missilistici siriani sono di difficile maneggevolezza e serve un apparato organizzato e perfettamente coordinato per pianificare e mettere in atto un attacco missilistico su vasta scala contro la Turchia. Un attacco che possa essere fronteggiato solo con tutti e tre i sistemi di difesa antimissile americano.
Seconda considerazione:
THAAD è un sistema operativo da pochissimo tempo. L’America dispone di solo due batterie THAAD operative, una sembra essere presente da alcuni mesi nella regione mediorientale, ma non in Turchia. Oggi apprendiamo da una fonte ufficiale, quale quella del ministro degli Esteri turco, che una batteria THAAD è in Turchia, e evidentemente lavora in sinergia con il radar in banda X che pochi mesi fa è stato posizionato nel sud del paese.
L’America sta dando tutto, ripetiamo, tutto il suo appoggio alla Turchia.
La nostra analisi dice che la Sira è una minaccia concreta per la Turchia, ma non è una minaccia tale da spingere Washington a schierare senza riserva alcuna tutto il potenziale militare americano in materia di difesa antimissile.
Esiste una sola nazione nella regione, escludendo la Russia, in grado con il proprio arsenale missilistico di mettere in crisi il sistema Patriot, se utilizzato da solo.
Questa nazione è l’Iran. La conclusione dei nostri analisti è che il sistema di difesa antimissile schierato in Turchia non è pensato per contrastare la sola minaccia missilistica siriana. Il sistema è pensato per difendere da un eventuale attacco missilistico iraniano i siti militari Nato in Turchia e, eventualmente, le metropoli turche.
L’Iran non la Siria è il nemico che la Nato teme.