Il premier libico Al Serraj, l’alleato di ferro del governo italiano e della dirigenza dell’Unione Europea, ha dichiarato questa mattina che la Libia rifiuta accordi simili a quello stipulato con la Turchia, rifiutando nei fatti di accogliere i clandestini salpati dalla Libia e illegalmente giunti in Europa (in Italia nei fatti).
Il Premier libico annulla così ogni speranza del governo italiano, che aveva appoggiato il piano di aiuti alla Turchia, sperando che un domani tale accordo potesse poi essere applicato alla Libia.
La presa di posizione del premier libico va interpretata, a nostro avviso, come un possibile accordo tra il governo di unità nazionale e le tribù più attive nel traffico di esseri umani, tribù che possono oggi contare sui lauti profitti di questa attività criminale.
Collateralmente segnaliamo le dure dichiarazioni del ministro degli esteri austriaco, che propone la “soluzione Australiana” per gestire l’arrivo di profughi e clandestini. Il ministro propone che chiunque arrivi in Europa illegalmente, profugo o clandestino che sia venga respinto, e che le procedure di richiesta asilo vengano espletate in territorio extra UE.
La dichiarazione è importante non tanto perché esprime una proposta per risolvere il problema immigrazione (proposta non gestibile oggi), ma perché evidenzia il fatto che l’Austria sta costantemente irrigidendo la sua posizione nei confronti degli immigrati. Se così fosse la chiusura delle frontiere tra Italia e Austria potrebbe tornare presto di stretta attualità.