“I protocolli segreti sono la norma in diplomazia e non l’eccezione”, così rispondeva molti anni fa un mio professore ad un giovane studente che stupito chiedeva informazioni riguardo il “protocollo segreto” del patto di non aggressione tra la Germania di Hitler e l’URSS di Stalin.
Oggi la domanda che il nostro gruppo si pone è: esite un “protocollo segreto” negli accordi tra l’Unione Europea di Angela Merkel e la Turchia di Erdogan? E se tale protocollo esiste cosa prevede?
Certo noi non possiamo sapere se esiste un protocollo segreto, firmato a latere dell’accordo che permette di bloccare l’arrivo di immigrati lungo la famosa rotta balcanica (quella spalancata dalle dichiarazioni della Merkel l’estate scorsa), e men che meno possiamo eventualmente conoscerne il contenuto.
Tuttavia possiamo analizzare alcuni fatti “non rituali” cui abbiamo assistito dopo l’accordo tra UE e Turchia per bloccare le partenze degli immigrati dalle coste turche.
In primo luogo abbiamo visto un comico tedesco, che aveva scritto e recitato una “poesia” molto dura contro il presidente turco Erdogan, finire sotto processo con il placet della Cancelliera Merkel.
Pochi giorni dopo a Berlino è stato modificato il libretto del “Don Giovanni” di Mozart dopo pressioni di Ankara. Perchè? Perché a un certo punto dell’opera il servitore di Don Giovanni elenca le conquiste amorose del suo padrone e, orrore, si parla di novantuno turche sedotte dal personaggio dell’opera
In Italia seicento e quaranta, in Alemagna duecento e trentuna, cento in Francia, in Turchia novantuna”.
Un altro fatto da registrare è il totale silenzio delle istituzioni europee riguardo la situazione della minoranza curda che vive, o meglio che tenta di sopravvivere nel sud est della Turchia. Una minoranza che vede all’interno delle proprie città “operazioni di polizia” condotte con l’utilizzo di carri armati, forze dell’esercito, e il supporto aereo degli F-16 di Ankara che bombardano lo stesso territorio turco in determinate occasioni. Sono centinaia i curdi uccisi di cui nessuno parla, sono migliaia i feriti e i profughi. Assistiamo alle stesse “operazioni di polizia” che furono condotte dal regime di Al Assad contro i primi embrioni di violenza e contro le quali il mondo intero iniziò a discutere inorridito.
Il silenzio totale dell’Europa non è interrotto nemmeno in difesa della libertà di stampa e di informazione. Proprio ieri sono stai condannati a 5 anni di reclusione in Turchia due giornalisti che avevano documentato la consegna di un carico di armi ai ribelli siriani tramite il confine turco. Ieri durante una pausa del processo uno dei due è stato oggetto di un attentato da parte di un individuo armato di pistola, fermato dall’enturage del giornalista e dopo da un intervento tardivo della polizia.
Ma in Europa di queste cose non si parla, così come è proibito anche solo nominare lo stermino degli Armeni, un genocidio che non da oggi la Turchia si rifiuta di riconoscere.
Dubitiamo che tutta questa pletora di violazioni dei diritti umani possano passare sotto silezio se non esistesse un accorso non divulgabile tra Turchia e Europa, se non esistesse un patto con il diavolo, benedetto dalla signora Merkel, funzionale a far manterene alla Canceliera il suo potere persoanle in Germania, che potrebbe essere spazzato via da una invasione di clandestini, in grado di rivoluzionare il modo di pensare di milioni di tedeschi.
Ma i patti con il diavolo non portano mai al paradiso, anzi conducono sempre alla dannazione; se Fraü Merkel ha stretto, come Faust, un patto che va ben oltre i valori fondanti della società europea e della società tedesca, sarà la stessa Germania, a tempo debito, a condannare la Cancelliera e tutto il suo gruppo di potere all’oblio politico.
Se ciò non accadrà sarà perché la società Europea e la società Tedesca non esisteranno più nella forma odierna ma si saranno trasformate in un regime senza libertà, un regime dove sarà impossible leggere una riflessione come la nostra.
Photo Credit: Doktor Faust (Pubblic Domain)