Sale la tensione nella penisola di Corea dopo il raid americano, a colpi di missili Tomahawk, sulla Siria. Fonti ufficiali della Corea del Nord hanno condannato l’attacco americano alla Siria, e hanno ribadito che alla luce dei fatti attuali lo sviluppo di armi atomiche da parte di Pyongyang è un elemento necessario per la difesa della patria nord coreana.
Dopo queste dichiarazioni da parte della Corea del Nord il comando supremo delle forze armate americane ha ordinato al gruppo di attacco della portaerei nucleare Carl Vinson di far rotta a nord, non appena essa è salpata della rada di Singapore.
La portaerei americana avrebbe dovuto dirigersi a sud per compiere operazioni nei pressi delle acque australiane, invece la troveremo tra 5 giorni operativa a sud di Busan (Corea del Sud).
Ora la nostra attenzione si rivolge ad eventuali segnali di un imminente test atomico nord coreano, in quanto un gruppo attacco portaerei non si sposta, solitamente, solo per le dichiarazioni di una nazione nemica, ma anche in relazione ad oggettivi dati di intelligence, implementati dal dispiegamento nel Pacifico Occidentale di due aerei spia U-2 partiti circa 30 giorni fa dalla California.
Un altro segnale importate da osservare, ed eventualmente registrare, sarà lo stato di prontezza delle forze di autodifesa giapponesi, oltre alla partenza, dalla base di Yokosuka, della portaerei nucleare americana Reagan, che è di stanza proprio in Giappone.
Quest’ultima portaerei potrebbe salpare però anche solo nel caso di reali ostilità e la sua permanenza alla fonda in Giappone non è quindi un segnale che possa fare escludere la volontà di un raid americano in Corea del Nord.
Sì perché oggi, come pochi giorni fa lo era per la Siria, esiste la concreta possibilità che in caso di un nuovo e più potente test atomico da parte della Corea del Nord il presidente americano Trump possa ordinare un’azione mirata contro le installazioni nucleari di Pyongyang, al fine di impedire l’espansione dell’arsenale nucleare della Corea del Nord, arsenale da noi analizzato e quantificato nel post che trovate a questo link
La risposta della Corea del Nord ad un attacco americano alle sue basi atomiche però non sarà paragonabile all’immobilismo di Damasco o al silenzio contrariato di Mosca. Pyongyang risponderà duramente e sproporzionatamente ad un attacco americano, almeno questa è la nostra ipotesi a riguardo, che vi avevamo enunciato in questo scenario di alcune settimane fa: Lo Scenario dell’Attacco Preventivo Americano alla Corea del Nord