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Il Discorso del Vice-Presidente americano a Monaco

Il Discorso del Vice-Presidente americano a Monaco

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La conferenza di monaco è da sempre un crocevia della storia. Lo fu alla vigilia della seconda guerra mondiale, lo è stato nel 2007 con il discorso di Putin che delineava gli obiettivi strategici a lungo termine della Russia, lo è oggi con il discorso del vicepresidente americano JD Vance che ha accusato apertamente l’Unione Europea, non l’Europa badate bene, ma l’Unione Europea di essere un organismo che nei fatti limita la libertà di opinione e di azione. Vi proponiamo il suo discorso integrale.

JD Vance ha scatenato un putiferio alla Conferenza di Monaco con un discorso che ha messo sotto accusa i leader europei. Ha dichiarato che “la minaccia che mi preoccupa di più nei confronti dell’Europa non è la Russia, non è la Cina, non è alcun attore esterno. Ciò che mi preoccupa è la minaccia dall’interno, il ritiro dell’Europa da alcuni dei suoi valori più fondamentali”, sottolineando il declino della libertà di parola.

Vance ha elencato diversi esempi per supportare la sua tesi, criticando le politiche migratorie europee: “Quanti attentati dovremo ancora vedere prima di cambiare rotta e prendere la nostra civiltà condivisa in una nuova direzione?” Ha anche citato l’incremento dell’immigrazione non controllata: “Nessun elettore su questo continente è andato al seggio per aprire le porte a milioni di immigrati non verificati”.

Sul tema della libertà di espressione, ha detto: “In Gran Bretagna e in tutta Europa, la libertà di parola, temo, è in ritirata.” Ha attaccato specificamente il Regno Unito per il caso di un uomo arrestato per aver pregato vicino a una clinica abortiva, indicando che “i diritti di coscienza sono sotto attacco”.

Il discorso di Vance, un mix tra il MAGA e un richiamo ai valori tradizionali, ha lasciato la sala in silenzio, senza applausi, segno di una reazione che spaziava dalla sorpresa alla disapprovazione. Ha chiaramente posto l’accento su come la politica interna degli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Trump, possa influenzare le relazioni con l’Europa, spingendo per un cambiamento radicale nei rapporti transatlantici.