Pensate che questo titolo sia provocatorio? No, non è così, questo titolo non è provocatorio ma è una possibile conseguenza diretta dell’eventuale default della Grecia. Pensate che questo titolo derivi da pregiudiziali ideologiche nei confronti dell’Alleanza Atlantica. Non è nemmeno così: chi vi scrive apprezza il ruolo insostituibile che questa struttura politico militare ha avuto nella difesa della libertà e della democrazia nella storia dell’Europa. Vi chiedete perché il default greco possa ingenerare il crollo della NATO (per come la conosciamo oggi)? Le parole chiave da evidenziare sono due: solidarietà e fiducia.
Sono solidarietà e fiducia il pilastro fondante dell’Alleanza Atlantica, così come di ogni altra alleanza militare e politica. Sono la solidarietà nel momento del bisogno, prescindendo dagli errori dell’alleato nel passato, e la fiducia nell’intervento di tutto il gruppo di difesa, che rende forte un’alleanza miliare.
La Grecia non è solo un paese che fa parte della NATO, ma è un paese che fa parte dell’Unione Europea e della Moneta Unica. Oggi la Grecia è in forte difficoltà per le note problematiche economiche. Oggi alla Grecia servirebbe, da parte degli alleati, solidarietà indiscussa e la Grecia dovrebbe avere altrettanta indiscussa fiducia negli alleati.
Ma oggi non è così. La Grecia non ha alcuna fiducia nei suoi quasi ex alleati, che il governo e il popolo greco accusano di voler spogliare la Grecia della propria sovranità, e delle residue ricchezze nazionali, con politiche di privatizzazioni dei settori strategici e cessione di aree di territorio cruciali per lo sviluppo del paese, come porti e aeroporti. E gli alleati della Grecia non mostrano alcuna solidarietà per il popolo greco, al quale vogliono far pagare ogni debito fino all’ultimo centesimo, rinfacciando errori del passato, e questa non è certo solidarietà.
La Grecia quindi, dopo il default e l’uscita dall’Euro, potrebbe spostare il suo baricentro geopolitico verso la Russia, nell’estremo tentativo di non cedere le proprie residue risorse all’Europa.
Questa catena di eventi potrebbe essere devastate per l’Alleanza Atlantica, per diversi fattori. In primo luogo perché per la prima volta l’Alleanza Occidentale (non parliamo della Nato ma dell’unione politica di Europa e America) si trova dinnanzi ad un momento nel quale un gruppo di paesi deve rinunciare a qualcosa di proprio per aiutare un alleato in difficoltà e, in caso di default di Atene, fallirà nella sua missione di sostegno ed aiuto reciproco.
Questo precedente potrebbe ripetersi? Secondo il nostro punto di vista sì, ad esempio nel caso di incidenti nell’area del Baltico. Perché un paese come la Germania, che ha rifiutato di concedere pochi miliardi di Euro alla Grecia, dovrebbe domani esporsi con costi e rischi ben maggiori per difendere i territori baltici, non certo il centro focale di interesse per Berlino?
Il secondo fattore è invece più “tecnico”. La NATO è suddivisa in diversi comandi. Quello che interessa la Grecia è il comando sud. Il Comando Sud ha competenza su reparti di Italia, Grecia, Turchia e della Gran Bretagna a Gibilterra. Ora cerchiamo di osservare la situazione del Comando Sud.
La Turchia si trova ai margini delle operazioni NATO, e negli ultimi anni non ha mai preso parte attivamente nelle azioni dell’Alleanza. La Turchia percorre una strada parallela alla NATO, tuttavia senza mai far coincidere la proprie decisioni con quelle dell’Alleanza, in Libia ad esempio, la Turchia non ha agito organicamente alla NATO ma ha consegnato “aiuti” alle fazioni a lei vicine, nella guerra in Siria e nelle azioni contro ISIS non ha concesso l’uso delle basi aeree per Raid contro gli islamisti, e da circa un anno valuta acquisizioni di sistemi di difesa della Cina invece che da alleati NATO. La Turchia è formalmente nella NATO ma agisce primariamente per il proprio interesse nazionale.
Il secondo paese del Comando Sud è la Grecia e in caso di default, come già scritto, potrebbe avvicinarsi alla Russia.
Il terzo paese è l’Italia, forte alleato della NATO, ma la NATO oggi non ascolta le richieste italiane, la NATO ha agito in Libia nel 2011 contro l’interesse dell’Italia e ora preserva nel non appoggiare le richieste italiane di intervento, seppur troppo limitato a nostro avviso, per contrastare i trafficanti di uomini che operano indisturbati in nord Africa espandendo la potenza delle organizzazioni estremiste e terroriste. La stessa NATO non agisce nelle opportune sedi internazionali per richiedere il giusto processo per i nostri Marò, nelle mani degli indiani. Anche in Italia quindi cresce l’antipatia dell’opinione pubblica nei confronti delle attuali politiche della NATO, una NATO irriconoscibile rispetto all’Alleanza che difese la nostra Libertà negli anni della Guerra Fredda.
Oggi il Comando Sud NATO si mantiene attivo per la presenza della Grecia, senza Grecia e con la situazione poco prima enunciata in Turchia e Italia, il Comando Sud potrebbe essere presto, in caso di avvicinamento della Grecia alla Russia, una scatola vuota.
Ecco perché secondo noi gli effetti del possibile default greco riverbererebbero fino a scuotere dalle fondamenta la stessa NATO, ed è per questo che la questione Grecia va osservata con la massima attenzione e senza limitarsi ai soli effetti economici immediati.
L’assenza della solidarietà degli alleati della Grecia (che sono in gran parte i medesimi componenti della NATO), e la completa sfiducia del popolo greco nei suoi teorici alleati, fatto che oggi osserviamo nella realtà, potrebbe essere il copione che osserveremo domani nel caso in cui un paese periferico della NATO chieda aiuto all’alleanza in caso di minaccia reale (come oggi fa l’Italia per la questione libica).
Il default greco potrebbe essere la fine della fiducia tra gli occidentali e la fine dell’Alleanza Atlantica per come la conosciamo oggi, una Alleanza che potrebbe divenire un’unione Tra Usa, Gran Bretagna e i paesi dell’ex Patto di Varsavia, nelle prossime settimane parleremo anche di questo.
Addendum
Dimenticavamo una cosa : “Chiudere le basi straniere in Grecia e uscire dalla Nato” questo si trova scritto nel programma elettorale della lista di Syriza.