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I Colloqui del 5+1 sul nucleare iraniano del 5/6 Aprile 2013

Si sono tenuti, ancora una volta ad Almaty in Kazakistan, i colloqui del gruppo 5+1 sulla questione del nucleare iraniano. Durante il round negoziale il rappresentante iraniano Saeed Jalili, segretario del consiglio supremo per la sicurezza nazionale, ha dichiarato che le potenze occidentali devono prendere atto del diritto inalienabile dell’Iran di procedere all’arricchimento del minerale di Uranio. Questa posizione contraddice le precedenti aperture che l’Iran aveva manifestato nei precedenti colloqui che si erano tenuti, sempre nella città del Kazakistan, 6 settimane fa.
La strategia iraniana sembra focalizzata a non prendere una decisione definitiva e contestualmente avanzare nel programma nucleare. I vertici dell’Iran potrebbero aver chiesto ai negoziatori occidentali, ed in particolare al rappresentate americano, di non assumere decisioni definitive fino alle prossime elezioni presidenziali che si terranno in Iran nel mese di Giugno.
Pare che gli Stati Uniti si siano resi disponibili ad attendere le elezioni presidenziali iraniane, ma abbiano fatto intendere al rappresentante iraniano che questa sarà l’ultima apertura di credito nei confronti della Repubblica Islamica.
Giugno appare così un mese determinante nella soluzione della disputa internazionale che coinvolge l’Iran e i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania. Se dopo le elezioni presidenziali di Giugno l’Iran non riuscirà ad accordarsi con gli americani su un percorso condiviso di allentamento delle sanzioni, e contestuale sospensione dell’arricchimento del minerale di uranio su scala industriale, l’opzione di un intervento armato si concretizzerà in breve tempo.
L’America sta infatti toccando con mano il costo di aver permesso alla Corea del Nord di raggiungere capacità nucleari a livello bellico e quanto ora si difficile una politica di contenimento. Se gli Stati Uniti falliranno nel loro intento di fermare la corsa nucleare degli iraniani il ruolo dell’America in Medio Oriente, e forse anche nel bacino del mediterraneo, sarà compromesso irrimediabilmente, aprendo la strada ad una partnership estremamente stretta sia in campo energetico che militare tra la Cina e la Monarchie del Golfo. La Cina, gigante assetato di energia, potrebbe proporsi come reale mediatore tra un Iran e una Arabia Saudita dotati entrambi di armi nucleari, sostituendosi agli Stati Uniti come punto di riferimento geopolitico per la Regione