Hezbollah prende il controllo del Golan siriano Israele pronto ad intervenire
Pochi giorni fa nel suo ultimo discorso alla radio il Leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha parlato apertamente della possibilità di combattere per il Golan oggi sotto il controllo di Israele. Oggi le parole del leader di Hezbollah assumono un significato estremamente concreto dopo che la stampa iraniana ha rivelato che il presidente siriano Al Assad avrebbe concesso libertà di movimento ai miliziani di Hezbollah, permettendogli di operare liberamente nel Golan siriano. Questo scenario, se verrà confermato nelle azioni dei miliziani, consentirà ad Hezbollah di raggiungere due risultati strategici.
Il primo sarà quello di ampliare la superficie su cui installare le rampe di lancio delle decine di migliaia di razzi a corto raggio di cui dispone e che oggi sono concentrati nel sud del Libano. Ampliare la superficie dove poter dislocare i razzi che minacciano Israele significherebbe complicare notevolmente il compito dell’aeronautica israeliana in caso di conflitto.
Il secondo è forse ancora più importante. Operando dal territorio siriano i miliziani sciiti potrebbero avere il controllo delle armi avanzate in possesso della Siria (i missili antiaerei S-300 e 9K37M1-2 “Buk”-M1-2 SA-17 nel codice NATO, i missili antinave Yakhont, i missili balistici Fateh-110 e Scud) senza che questi sistemi d’arma debbano lasciare il territorio siriano. Dopo questi report, Israele ha prontamente risposto e alcuni funzionari di israeliani hanno rilasciato delle dichiarazioni al New York Times che modificano nella sostanza le regole di ingaggio di Israele nel conflitto siriano. Fino ai giorni scorsi gli ufficiali israeliani avevano sempre sottolineato che se armi di ultima generazione fossero state trasferite dalla Siria al Libano Israele avrebbe agito. Oggi gli ufficiali israeliani hanno dichiarato al New York Times che Israele interverrà se le armi avanzate entreranno in possesso di Hezbollah, senza più specificare il caveat del trasferimento verso il Libano.
Israele ha inoltre aggiunto che riterrà responsabile il regime di Al Assad anche nel caso sia una “parte terza” ad attaccare Israele dal territorio siriano. Gli ufficiali israeliani hanno concluso ricordando che lo stato ebraico non è intervenuto massicciamente nel conflitto siriano fino ad oggi, ma nel caso ciò accedesse il destino del regime di Al Assad sarebbe segnato.
In questa situazione di tensione le forze armate israeliane mantengono un numero di uomini superiore al normale presso i confini di Libano e Siria, senza per ora ricorrere al richiamo massiccio di riservisti, ma limitandosi ad una sola divisione di fanteria meccanizzata, i Droni americani ed Israeliani pattugliano i confini con la Siria e un piccolo numero di caccia dall’Aeronautica Militare Israeliana sono pronti al decollo con la stessa prontezza dello stato di guerra.
Il conflitto siriano continua ad essere una grave minaccia per la stabilità dell’intera regione e potrebbe espandersi improvvisamente ai paesi confinanti: Libano, Israele, Giordania e Turchia, e causare incidenti anche se di minor gravità alla frontiera con l’Irak.