In queste settimane di combattimenti però la milizia sciita ha subito pesanti perdite che possono essere stimate in circa 400 morti e 600 feriti, un numero molto elevato se paragonato alle perdite di Hezbollah nel più recente conflitto con Israele, la guerra del Libano del 2006; in quella occasione le perdite di Hezbollah sono state stimate in circa 600 morti e 1300 feriti.
Considerate che la forza combattente effettiva di Hezbollah (consideriamo i miliziani propriamente detti, i “professionisti”) si pensa possa essere di circa 23000 uomini, se così fosse il 5% della forza combattente di Hezbollah è ora fuori combattimento e molte famiglie piangono lutti o curano i propri feriti.
Se l’impegno di Hezbollah in Siria proseguisse, in particolare nella regione di Homs e ad Aleppo, altri reparti di Hezbollah dovrebbero essere inviate in zona di comabttimento, portando gli effettivi a circa 8000/9000 uomini, in questo scenario, dove sarebbe prevalente la guerriglia urbana, le perdite che il movimento libanese rischierebbe di subire posso essere stimate in 1500/2000 morti e circa 2500 feriti. Hezbollah, se continuasse a a supportare Al Assad così come ha fatto fino ad oggi, potrebbe perdere il 15/20% della sua forza combattente e vedere crollare il consenso in madrepatria.
L’indebolimento di Hezbollah, e la voglia di vendetta dei sunniti libanesi, potrebbe spingere i gruppi più radicali ad aprire un fronte interno al libano. In parte abbiamo già assistito a qualcosa di simile nella città di Sidone, dove l’esercito regolare, e non Hezbollah, ha combattuto le milizie sunnite locali in rivolta, lasciando sul campo circa 20 morti. Questo proliferare di violenza settaria si deve al fatto che in Libano fino oggi lo status quo è stato mantenuto dalla capacità repressiva e di controllo del territorio di Hezbollah, se Hezbollah si indebolisce come oggi sta accadendo, tutti coloro che hanno conti in sospeso con gli sciiti cercheranno di saldarli con la violenza.
Il coinvolgimento di Hezbollah nella guerra siriano ha quindi aiutato la sopravvivenza di Al Assad nel breve periodo, non ha modificato definitivamente le sorti della guerra in Siria, ha messo in pericolo l’egemonia di Hezbollah in Libano e forse anche la struttura stessa del movimento sciita per come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi.