Oggi l’Iran, per mezzo delle milizie sciite alleate di Teheran, ha alzato la posta in palio nella guerra in Yemen, cercando una strage nel palazzo reale di Riyadh che era l’obiettivo dichiarato del missile balistico lanciato nel primo pomeriggio, mentre il Sovrano saudita teneva a palazzo un’importante conferenza alla presenza dei massimi vertici del regno, incluso il figlio ed erede al trono Mohammed Bin Salman.
L’attacco giunge pochi giorni dopo che l’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite ha mostrato le prove relative alla fornitura di missili balistici iraniani (dello stesso modello impiegato oggi dagli Houti contro Ryiadh) ai ribelli yemeniti.
Teheran ha negato ogni coinvolgimento nei fatti in questione, anche se alcuni giorni fa il comandate delle Guardie della Rivoluzione aveva sottolineato l’impegno dell’Iran a sostenere militarmente gli alleati in terra di Yemen.
Con questi lanci missilistici contro la capitale saudita, non dobbiamo dimenticare il lancio eseguito contro l’aeroporto di Riyadh il mese scorso, l’Iran vuole aumentare la pressione dell’opinione pubblica contro la monarchia dei Saud, facendo sentire i sudditi di Re Salman non tutelati da parte del monarca, e questo nell’ipotesi che i missili vengano intercettati dai sistemi antimissile. Se invece il missile dovesse colpire il proprio bersaglio l’effetto sulla popolazione sarebbe devastante e se il bersaglio fosse un palazzo del potere il rischio di perdite all’interno delle alte gerarchie saudite sarebbe una concreta possibilità, che renderebbe instabile non solo il regno ma l’intera penisola araba.
È per questi motivi che nel caso in cui un ordigno iraniano lanciato dagli Houti raggiungesse il proprio obiettivo, causando morte e devastazione a Riyadh, il regno Saudita potrebbe ritenere l’Iran direttamente responsabile dell’accaduto ed invocare l’assistenza degli Stati Uniti per un’azione di rappresaglia mirata non a colpire i meri esecutori del lancio, bensì distruggere i centri di comando delle Guardie della Rivoluzione iraniana che hanno la responsabilità della produzione e “commercializzazione dei missili balistici utilizzati dagli Houti.
È quindi corretto dare ampia visibilità ai lanci missilistici dei ribelli yemeniti in quanto potrebbero determinare una escalation che trasformerebbe una guerra per procura in un conflitto più classico che vedrebbe contrapposti l’Arabia Saudita, al fianco degli Stati Uniti, contro l’Iran.
È l’Iran che ha alzato la posta nella guerra in Yemen, forse perché risulta sempre più complicato rifornire adeguatamente i ribelli sciiti loro alleati.
Se così fosse dobbiamo attenderci lanci sempre più frequenti e più complessi, che potrebbero vedere l’impiego simultaneo di più vettori nel tentativo di superare le difese antimissile di
Riyadh.