Alla luce dell’intesa tra Mosca e Kiev sul futuro a medio termine del Donbass, vi riproponiamo questo nostro post del 19 luglio 2014 il quale tracciava una delle poche soluzioni possibili per risolvere, almeno temporaneamente la disputa per l’Ucraina Orientale. Oggi sembra che gli accordi tra Mosca e Kiev seguano proprio la direzione intuita e proposta dal nostro gruppo
Esiste una soluzione per la crisi in Ucraina e per la guerra che da febbraio sta insanguinando l’Europa? La soluzione non è, e non può essere, l’inganno, i colpi di stato, le finte rivoluzioni oppure la forza delle armi.
Una soluzione per fermare questa carneficina dalle potenzialità ancora non espresse esiste, ed è una possibilità concreta, per spiegarla e per comprenderla bisogna avere presente la storia della Russia, la storia dell’Ucraina, la storia dell’Europa, la demografia di tutta l’area e e aspirazioni dei popoli e dei governi della regione e del mondo. Una sola premessa: chiunque avrà qualcosa da perdere se questa soluzione verrà trovata, ma ciò che perderà sarà comunque di minor valore rispetto a ciò che verrà perso nel caso in cui il conflitto evolva in qualcosa di più complesso e doloroso.
L’Ucraina è uno stato composto e organizzato in tempi recenti, sotto il controllo dell’Unione Sovietica, una volta sfaldata l’URSS l’Ucraina ha perso il suo equilibrio precario tra i nazionalisti dell’ovest e i russofili dell’est.
Ritrovare questo equilibrio è, a nostro avviso, la chiave di volta per risolvere questa crisi. Nessuna delle proposte fino ad ora avanzate, dalla Russia o dall’occidente, risponde a questo requisito.
Vediamo il nostro scenario.
Un punto irrinunciabile è sicuramente l’assetto federale dello stato, un federalismo spinto che permetta il mantenimento dell’identità delle popolazioni, una identità che nel nostro tempo è stata sacrificata in favore di una globalizzazione che ha tagliato le radici di molte società. Sono invece le società che mantengono la propria identità i motori dello sviluppo mondiale, sviluppo che è la precondizione per la stabilità.
Il federalismo andrà quindi applicato dando alle regioni orientali ed occidentali la possibilità di insegnare la propria lingua nelle scuole, la possibilità di gestire i rapporti di commercio privilegiato (con l’Unione Europea per le regioni occidentali e con la Federazione Russa per le regioni orientali). Le regioni dovranno essere anche dotate di una propria polizia e di forze di autodifesa coordinate centralmente, ma organizzate e dirette su base locale, in modo tale da impedire che esse vengano impiegate come strumento repressivo del governo centrale che, vista la composizione attuale dello stato priva delle Crimea, sarà con grande probabilità sotto il controllo degli ucraini etnici filo occidentali.
Tutte le formazioni paramilitari dovranno essere disarmate, senza che i loro membri siano messi in stato di accusa per gli atti compiuti durante la rivoluzione ucraina e la successiva guerra; questa secondo noi è una condizione fondamentale, dolorosa ma fondamentale.
Altra questione fondamentale è la parte economico-finanziaria. Le regioni orientali sono le aree del paese che posseggono la maggior densità abitativa e le maggiori risorse naturali ed industriali. L’Ucraina, senza la parte orientale, non ha le risorse per competere sul mercato internazionale, non ha la forza lavoro e la potenza industriale necessaria per riequilibrare il proprio bilancio e avrebbe un deficit cronico di energia. Per questo motivo il fulcro della nostra proposta si basa su uno scambio tra indipendenza e trasferimenti finanziari.
In pratica proponiamo che il governo di Kiev riceva compensazioni economiche da parte delle regioni orientali in cambio delle autonomie che il governo centrale concederebbe. Un regime però temporaneo, come quello messo in atto per Hong Kong nel 1898.
Noi immaginiamo un periodo di venti anni trascorso il quale Kiev si impegna a permettere e riconoscere i risultati di un referendum sull’indipendenza totale delle regioni dell’est.
Durante questo ventennio l’Ucraina dovrà avere uno status di neutralità sovrapponibile a quello della Finlandia, trascorsi i venti anni simultaneamente alla possibilità di indipendenza delle regioni orientali dovrebbe terminare il periodo di neutralità militare obbligata del paese e l’Ucraina potrà scegliere le proprie alleanze militari.
Il periodo di neutralità deve essere per forza legato al periodo di indipendenza compensata dai trasferimenti economici, in quanto senza tale legame verrebbe meno una garanzia reciproca indispensabile per la stabilità e la prosperità della regione.
Kiev ha bisogno delle risorse dell’est, l’est ha la necessità di mantenere la propria identità, la Russia ha la necessità di non vedere l’Ucraina organica alla NATO, Kiev vuole poter approdare un giorno ad occidente, e i governati di entrambe le parti hanno il bisogno di reclamare un successo.
Ecco, questo scenario delinea un successo per tutti, che ne dite ci provate?