Non sappiamo dirvi se la tregua nella Donbass sia veramente mai esistita, su una cosa però siamo sicuri oggi quella tregua non esiste più.
Cerchiamo brevemente di riassumervi la situazione militare nell’est dell’Ucraina, non vi descriveremo punto per punto ogni focolaio di tensione, ma cercheremo di fornirvi un quadro generale di ciò che sta accadendo.
Si combatte ormai in maniera continua ed incessante nei pressi dell’aeroporto di Donetsk. Le opposte fazioni in campo utilizzano in maniera massiccia artiglieria e razzi Grad per martellare le postazioni nemiche. I tentativi dell’una e dell’altra parte di prendere fisicamente, con le truppe di terra, il controllo dell’intera area area puntuale sono tutti puntualmente falliti lasciando sul terreno decine di vittime.
Le forze regolari ucraine affiancate da drappelli di volontari nazionalisti continuano a difendere i bunker sotterranei dell’aeroporto costruito in epoca sovietica, la loro forza principale deriva dai costanti rifornimenti di armi cibo e materiale medico che affluisce costantemente dalle retrovie in comunicazione con la parte nord ovest dell’aeroporto.
A nostro avviso le forze dei separatisti filorussi si starebbero preparando ad attaccare le retrovie ucraine, cercando di tagliare le linee di rifornimento per i combattenti che difendono l’aeroporto. A tal fine nella città di Donetsk abbiamo registrato l’arrivo di ingenti rinforzi militari, carri armati, reparti logistici, apparecchiature per la guerra elettronica (ECM) e per la raccolta informazioni tramite l’analisi delle segnalazioni elettromagnetiche del nemico (SIGINT).
L’aeroporto di Donetsk, ancora nelle mani delle truppe governative di Kiev, è una spina nel fianco della neonata Repubblica Novorussa e secondo noi è il primo obiettivo, nella lista compilata dagli strateghi novorussi, al fine di rinsaldare il proprio controllo sulla sull’oblast di Donetsk.
Registriamo invece una relativa calma nella zona nord della fronte di contatto tra gli indipendentisti filorussi e le truppe di Kiev, in particolare la situazione è relativamente tranquilla nell’oblast di Lugansk.
Non si può dire invece la stessa cosa della regione che si affaccia sul mare di Azov, dove si registrano costanti scaramucce tra pattuglie degli indipendentisti e i governativi di Kiev nel tratto di costa tra Novoazovsk e Mariupol. Nell’area di Mariupol si registrano inoltre sporadiche avanzate di pattuglie degli indipendentisti che sembrano saggiare, la forza delle difese governative. Nella stessa area vengono inoltre riportati numerosi voli di Droni dalla provenienza non chiaramente identificabile ma riconducibili sempre alle forze novorusse.
Lungo la totalità della linea di fronte che corre dalle coste meridionali del Donbass fino all’oblast di Lugansk registriamo la presenza di artiglierie e mezzi corazzati all’interno dei 30 km di rispetto. Fascia all’interno della quale, in base agli accordi raggiunti a Minsk, non dovevano essere dispiegate artiglierie pesanti.
Per i prossimi giorni, riteniamo probabile una offensiva novorussa nella zona che si trova a nord ovest dell’aeroporto di Donetsk. Riteniamo altresì improbabile allargarsi del conflitto alla città portuale marittima di Mariupol prima che le forze indipendentiste prendano possesso dell’aeroporto di Donetsk.
I rinforzi giunti in queste ore a Donetsk sono, a nostro avviso, funzionali ad una offensiva atta proprio a prendere il controllo dell’aeroporto dopo aver tagliato le linee di rifornimento dei governativi.
Dal punto di vista meteorologico registriamo per ora in tutto il Donbass temperature al di sopra delle medie stagionali. Ancora non vi sono certezze riguardo all’arrivo di una possibile ondata di freddo intorno al 22/24 novembre, elemento che degraderebbe in maniera significativa le capacità di resistenza dei difensori governativi dell’aeroporto di Donetsk, punto cruciale, a nostro avviso, per l’evolversi della situazione miliare nel Donbass.