È giunto ormai il momento delle scelte irrevocabili per il partito sciita dell’Hezbollah, impegnato da oltre un anno con i propri uomini al fine di sostenere il governo del presidente siriano Al Assad contro un mix di milizie e formazioni militari che, nel caos della guerra in Siria, ciclicamente trovano un accordo tra loro per cercare di abbattere il regime Alawita.
Uno di questi accordi, seppur sempre temporaneo e a rischio di implosione non appena ci sarà da decidere chi comanderà su un nuovo fazzoletto di territorio appena conquistato, sembra essere stato messo in atto nelle scorse settimane e sta portando le fazioni Sunnite ad una serie di vittorie strategiche in varie aree del paese, sia nella zona nord, sia nei pressi di Damasco.
Le fazioni sunnite hanno messo in atto anche alcuni attacchi nella regione di Latakia, Regione di origine della famiglia Assad e dell’etnia alawita che rappresenta l’ultimo vero supporto interno per il presidente siriano. Al Assad può però contare invece su supporti esterni in particolare da parte dell’Iran (in termini di forniture militari e economiche) e dell’Hezbollah (in termini di uomini da schierare sul campo).
Ora però i ranghi dell’esercito siriano si sono notevolmente assottigliati, i caduti in battaglia, i feriti, la fuga all’estero delle nuove possibili leve dell’esercito, e la stessa esiguità numerica dell’etnia Alawita, fanno si che l’esercito siriano abbia più mezzi che uomini. L’unica vera fonte di forze, in termini di uomini, di Al Assad è l’Hezbollah.
Secondo il nostro gruppo, ed in base alle informazioni reperite nel mondo dell’Open Source, il presidente Al Assad potrebbe aver chiesto a Hassan Nasrallah di sostenerlo inviando uomini a combattere in Siria. Ora l’Hezbollah si trova così dinnanzi ad una scelta cruciale: sostenere Al Assad, e subirne gli effetti negativi (ma anche approfittare di determinati risvolti positivi che esamineremo) oppure rinchiudersi nel Libano e lasciare Al Assad al suo destino.
Dalle ultime dichiarazioni del leader dell’Hezbollah sembra che il Partito di Dio abbia deciso di sostenere al Assad e inviare ancora più uomini per combattere in Siria, nonostante la milizia libanese abbia subito perdite significative nell’ultimo anno di combattimento.
Ma come mai Hezbollah impiega così tante risorse per sostenere Al Assad? Perché nel caso la Siria cadesse nelle mani dei sunniti verrebbe interrotta una fondamentale via di rifornimenti che inizia a Teheran, e attraverso la Siria giunge fino alla coste meridionali del Libano. Se cadesse Al Assad, inizierebbe il declino dell’Hezbollah e la guerra civile potrebbe riaffacciarsi nel Libano. Esiste poi un secondo fattore che spinge la milizia sciita ad agire in Siria, e cioè le “compensazioni” che Al Assad ha promesso e più volte ha tentato di far avere all’Hezbollah.
Parliamo delle armi avanzate che l’ Hezbollah desidera per combattere in maniera più efficiente la prossima guerra con Israele. Nasrallah desidera missili balistici estremamente accurati, sistemi antiaerei a medio raggio, missili antinave (possibilmente supersonici). È per questa serie di fattori che l’Hezbollah manda i propri uomini a combattere in Siria. Tuttavia allo stato attuale delle cose, a nostro avviso, nemmeno Hezbollah dispone del numero di uomini sufficiente per impedire l’avanzata dei ribelli, se essi non si combatteranno tra loro. Questa tattica dell’Hezbollah potrebbe portare quindi ad una lenta riduzione delle capacità belliche degli Sciiti libanesi e esporre quindi la milizia iraniana a ripercussioni dirette all’interno del Libano.
Andranno quindi analizzati in maniera sistematica i discorsi dei vertici di Hezbollah, dell’Iran così come i report di cerimonie funebri nel sud del Libano di miliziani sciiti o comunque di giovani uomini. In questa fase, se Hezbollah deciderà come probabile di supportare Al Assad, cercherà sempre più frequentemente di trasportare armi avanzate dalla Siria al Libano, innescando la reazione israeliana.
Israele tenterà di distruggere, in ogni modo, le armi avanzate di Al Assad destinate all’Hezbollah, e non è escluso che, se qualche convoglio dovesse passare il confine, Israele possa colpire anche in territorio libanese, conscia del fatto che in questa fase sarebbe un azzardo assoluto, forse mortale, per il partito libanese sciita combattere contemporaneamente su due fronti, sia in Siria, sia al confine con Israele.