La Grecia è sull’orlo del Default, il governo greco sembra aver già preso la sua decisione e aver scelto di non piegarsi alle richieste della Troika (FMI, BCE, EU), Troika sparita formalmente dai negoziati tra la Grecia e i sui creditori ma che invece continua a dettare le regole della trattativa greca.
Ma come può la Grecia uscire dell’Unione Europea e forse dall’Euro senza rischiare una inflazione a doppia cifra e un aumento vertiginoso delle materie prime (energetiche ed alimentari) che la Grecia non possiede?
Una risposta può esserci ma è una risposta non convenzionale e che esce dai normali schemi comportamentali del blocco europeo e del blocco NATO. Questa risposta non convenzionali si chiama Russia.
Riteniamo possible che Putin sia disposto ad aiutare la Grecia, ma non nei termini che molti possono immaginare. Secondo la nostra ipotesi la Russia, se mai dovesse aiutare la Grecia, non la aiuterà con aiuti economici diretti ma in maniera “non monetaria”. Riteniamo possibile che la Russia fornisca alla Grecia in Default energia a costo politico, con pagamenti dilazionati in decine di anni. Ma alla Grecia non basta energia, alla Grecia servono materie prime per la residuale industria nazionale, che Tsipras sembra voler rilanciare, e serve cibo. La Russia potrebbe quindi fornire sia energia, sia materie prime per l’industria sia grano e derrate alimentari di base. La qualità di vita del popolo greco sicuramente degraderà ma con questo supporto la nazione potrà forse, e ribadiamo forse, ripartire.
Non crediate però che la Russia agisca, impiegando risorse vitali per la propria economia, senza poter ottenere una contropartita. E qual’è la contropartita che Mosca potrebbe chiedere ad Atene? A nostro avviso l’unica contropartita che interessa la Russia potrebbe essere l’accesso ad un porto posto nel mediterraneo, un porto vicino al Mar Nero e difficilmente accessibile dal mediterraneo orientale. Secondo noi la Russia potrebbe quindi barattare gli aiuti energetici e alimentari alla Grecia con l’utilizzo del porto di Salonicco.
Se il governo Greco accettasse una tale proposta la Russia potrebbe disimpegnarsi dal pantano siriano, dove le truppe di Al Assad indietreggiano di settimana in settimana e dove presto la base navale di Tartus, l’ultima base russa in Mediterraneo, sarà sotto la minaccia diretta degli islamisti siriani.
Un porto nel mediteranno è di vitale importanza per la strategia russa, senza una base navale nel mediterraneo, in caso di conflitto, la marina di Mosca è potenzialmente tagliata fuori da tutto il mediterraneo. Essendo gli Stretti del Bosforo, dei Dardanelli e di Gibilterra sotto il controllo della NATO.
Un porto nel mediterraneo, l’utilizzo di un porto nel mediterraneo, giustificherebbe un ingente impegno di Mosca a favore della Grecia, anche perché vedere ormeggiata la flotta russa in un porto di una nazione della NATO, sarebbe la fine del Comando sud dell’Alleanza Atlantica. Oggi infatti le tre nazioni cardine del Comando Sud (Italia, Grecia e Turchia) sono spesso lontane dalle posizioni cardine dell’Alleanza Atlantica. La Turchia ha già da tempo una politica autonoma dalla NATO, la Grecia (se offrisse un porto a Mosca) sarebbe di fatto con un piede fuori dall’alleanza, e l’Italia è alle prese con una forte disaffezione dell’opinione pubblica nei confronti degli alleati.
Sono giorni cruciali per il futuro della Grecia e della sua posizione geopolitica. Noi la seguiremo con attenzione.
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