Nei mesi scorsi era emerso netto il ruolo fondamentale della Giordania nel nuovo processo di pace promosso dall’amministrazione americana. Tra le possibili opzioni circolate in questi mesi, sembra estremamente probabile che il neonato stato palestinese vedrà in una prima fase la sicurezza dei propri confini affidata all’esercito giordano. Riprendendo una lunga tradizione, nella quale il regno Ashemita aveva il compito della difesa armata di Gerusalemme, le forze armate di Amman potrebbero vicariare le funzioni di forza armata per il nuovo stato palestinese. Sembra infatti che una delle condizioni poste in sede negoziale per giungere rapidamente alla soluzione dei due stati sia che la Palestina non possa avere in una prima fase, un esercito proprio e sia nei fatti uno stato demilitarizzato.
Questa condizione sembrava essere stata accettata da entrambe le parti ma i palestinesi avrebbero richiesto la presenza sul campo degli americani in funzione di forza di interposizione tra Palestine ed Israele. Durante il suo viaggio in Medio Oriente, il Segretario di Stato Kerry ha pubblicamente affermato che gli Stati Uniti sono pronti a guidare tale forza di interposizione. Una disponibilità accolta in modo neutro nello stato di Israele, non si sono levate ne forti proteste ne acclamazioni alle proposte americane. La presenza di una forza internazionale tra Israele e Palestina può avere per lo stato di Israele sia aspetti vantaggiosi sia aspetti svantaggiosi. Se infatti, da una parte, la forza internazionale garantirebbe l’integrità dello stato ebraico, la stessa forza multinazionale potrebbe limitare in modo evidente la capacità di intervento israeliano in Palestina nel caso di attentati o infiltrazioni terroristiche.
Ora attendiamo l’evoluzione della vicenda e le decisioni che verrano prese dai vertici palestinesi e israeliani.
Gli Stati Uniti pronti al dispiegamento di una forza di pace tra Israele e la Palestina
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