Il ministro degli esteri della Corea del Nord ha dichiarato che Pyongyang potrebbe mettere in atto la più grave provocazione della sua storia, eseguendo un test di una bomba atomica a fusione (bomba all’idrogeno) nell’Oceano Pacifico.
In questo post cercheremo di delineare la caratteristiche tecniche dell’eventuale test in atmosfera ed enunciare gli effetti che questa esplosione potrebbe determinare: effetti fisici, diplomatici e militari.
Iniziamo la valutazione riferendovi le ultime stime di potenza relative al test atomico sotterraneo ordinato da Kim Joung Un a fine agosto: la potenza dell’esplosione è stata di 225-250 kt, e questa potenza useremo nella nostra simulazione.
Per prima cosa abbiamo cercato ed identificato il luogo “ideale” per il test previsto da Kim: secondo la nostra analisi è un tratto di oceano a 30°43’21″LAT Nord e 154°56’50 LONG Est (vedete foto). Il luogo possiede caratteristiche uniche: la distanza dalla Corea del Nord è paragonabile a quella tra Guam e Pyongyang, anche se lievemente inferiore, è privo di traffico aereo civile, la parabola del missile sorvolerebbe il Giappone poco a nord di Tokyo, e il lampo dell’esplosione (se eseguita di notte con le giuste condizioni meteorologiche) sarà forse visibile dalla capitale nipponica. Riteniamo che l’esplosione potrà essere programmata per avvenire ad una altezza di circa 40/50 km, rendendone nulli gli effetti sulla superficie marina e su eventuali velivoli presenti nell’area. Con una esplosione a 40/50 km la ricaduta di particelle radioattive sulla superficie sarà minima (questo anche fino a 20 km), ciò grazie al fatto di trovarsi al di sopra delle tropopausa e al limite con la mesosfera dell’atmosfera terrestre. Gli effetti per la salute e per gli uomini di una esplosione a quella quota sono quindi risibili.
Il tempo che intercorrerà dal lancio alla detonazione è da noi stimato in 12/14 minuti.
E’ invece da escludere un test “nel Pacifico” inteso come “nelle acque del Pacifico”. La ricaduta radioattiva su quello specchio di mare sarebbe devastante, e non sarebbe garantita l’incolumità degli esseri umani presenti in quel tratto di oceano o lungo il tragitto dal fall-out.
Tutto meno che risibili invece saranno gli effetti diplomatici e militari.
Un test in atmosfera di un’arma atomica di elevata potenza certificherebbe l’ingresso della Corea del Nord nel club degli stati dotati di un arsenale atomico strategico operativo. Allo stesso tempo però metterebbe in massimo allarme i paesi della regione, Giappone e Corea del Sud in maniera particolare, che potrebbero rispondere valutando di acquisire essi stessi capacità nucleari militari. Le borse asiatiche subirebbero un tracollo, nel timore di uno strike americano contro Pyongyang e della possibile risposta nucleare di Kim Jong Un.
Potremmo osservare anche reazioni scomposte dei civili a Seoul, anche se sono ormai assuefatti alla strategia della tensione di Kim. I supermercati potrebbero essere presi d’assalto da persone che temono una rapida escalation del conflitto, stessa cosa potrebbe valere per i distributori di carburante e per le banche.
A livello politico ci sarà una girandola di telefonate tra i capi di stato e di governo di Usa, Giappone, Corea del Sud, Cina, Russia, con l’apparizione estemporanea del presidente francese e della cancelliera tedesca. Il presidente sud-coreano, ormai terrorizzato dalla possibile distruzione di Seoul, chiederà ancora dialogo, mentre il premier giapponese farà massima pressione per organizzare l’uccisione di Kim Jong Un. La Cina cercherà di salvaguardare il suo stato cuscinetto, si preparerà ad invadere la Corea del Nord in caso di conflitto per evitare il collasso dell’intero apparato di potere. La Russia resterà passiva e, come la Cina, bloccherà ogni risoluzione delle Nazioni Unite che richiederà l’uso della forza militare in Corea.
Assisteremo all’ennesima inutile riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che imporrà le ennesime “definitive” sanzioni paralizzanti, ma potremmo anche assistere ad una mobilitazione militare generale di Stati Uniti, Corea del Sud, Giappone e Cina (seppur con obiettivi non coincidenti). Un test atomico in atmosfera aumenterebbe notevolmente il rischio di incidenti militari tra Corea del Nord e USA/Corea del Sud/Giappone in quanto la leadership nord-coreana potrebbe mal interpretare esibizioni di potenza militare degli avversari, scambiare il tutto per uno strike preventivo contro il Nord oppure per un tentativo di decapitazione dei vertici politici e militari di Pyongyang.
Per voi amici e lettori, apprendere dai media tradizionali che Kim Jong Un stia valutando di eseguire un test atomico in atmosfera sopra le acque del pacifico non è stata certo una novità, per chi invece non lo avesse letto ecco il link ad un nostro post di analisi di una settimana fa che parlava della possibile esplosione della bomba all’idrogeno nord coreana in atmosfera.