Il Giappone è l’unica nazione al mondo ad aver subito un attacco con armi nucleari, l’unico stato che ha vissuto direttamente il dramma derivante dall’utilizzo di armi di distruzione di massa basate sull’atomo contro centri urbani. Anche per questo motivo il Giappone è stato da sempre uno dei maggiori sponsor delle politiche della non proliferazione nucleare militare, nonostante sia stato e sia ancora oggi uno degli Stati con il maggior numero di reattori nucleari civili.
Il Giappone ha inoltre adottato, su precisa richiesta degli Stati Uniti, una costituzione anti militarista, non la chiameremmo pacifista, che limita fortemente l’industria bellica, lo sviluppo e anche l’utilizzo delle forze armate, una costituzione che impedisce anche il commercio estero dei gran parte delle armi prodotte in Giappone.
Il Giappone di oggi vive però una condizione strategica in rapida evoluzione, una condizione che vede la nascita della Cina come potenza nucleare, economica, e geopolitica globale. Una Cina che tenta di imporre la propria egemonia su tutta l’area orientale, espandendo le proprie pretese territoriali a tutte le isole, e relative acque limitrofe, del mar della Cina, sia orientale che meridionale.
Nello stesso conetto il Giappone osserva la Corea del Nord diventare una nazione armata di armi nucleari sempre più sofisticate, basate sia sul plutonio che sull’uranio, armi che presto saranno operative e potenzialmente utilizzabili come testate dei missili balsitici a raggio intermedio nelle disponibilità del regime di Pyongyang.
Il Giappone, un Giappone segnato da una crisi economica e da un disastro naturale di proporzioni immani come lo Tzunami che ha cancellato centinaia di chilometri quadrati di territorio, vede inoltre gli Stati Uniti tentennare, e spesso non agire, in difesa dei propri alleati minacciati da nemico aggressivi. I casi degli attacchi della Corea del Nord alle forze navali sud coreane o alle isole sulla costa ovest della Corea sono paradigmatici. Casi nei quali i Nord coreani hanno affondato una nave da guerra della Corea del Sud, e dove l’artiglieria coreana ha bombardato un’isola nel possesso di Seoul. In entrambi questi sconti gli Stati Uniti non sono intervenuti se non per limitare la risposta della Corea del Sud.
Dinnanzi a questi esempi il Giappone potrebbe mettere in dubbio l’efficacia dell’ombrello atomico dell’alleato americano, ombrello che dovrebbe garantire la capacità di deterrenza nei confronti di Cina e Corea del Nord, nel malaugurato caso queste nazioni dovessero prendere in considerazione una guerra contro Tokio.
Ma l’America, questa America, è inaffidabile davanti alle prove di forza si ritira e lascia gli alleati alle prese con problemi a volte più grandi di loro.
Per questi motivi il governo di Tokio, segretamente e senza pubblicità alcuna, potrebbe valutare di allestire tutti i materiali necessari ad assemblare un,arma atomica nel giro di pochi giorni. Il Giappone di spone di tutta la tecnologia necessaria, della metallurgia dell’elettronica e soprattutto del plutonio.
Il Giappone non fabbricherà mai in tempo di pace un’arma atomica ma potrebbe essere tentato, vista a situazione geopolitica e strategica mondiale, e diventare in paese sulla soglia di trasformarsi in uno stato armato di armi nucleari.
Questa è la conseguenza della postura americana contro gli avversari, in estremo oriente così come in Europa, in America Latina così come in Medio Oriente.
La volontà americana di isolarsi, la volontà di Obama di disarmare gli Stati Uniti sta generando il più grave di rischio di proliferazione nucleare a livello mondiale dagli anni 50 dello scorso secolo.
Iran, Arabia Saudita, Egitto, Turchia, Corea del Nord, Giappone, tutti stato che posseggono un piano più o meno concreto di dotarsi di armi nucleari.
La politica americana degli ultimi cinque anni non sta generando la pace, solamente una situazione di non guerra dove la sicurezza del mondo risulta in constante declino.