Giappone ed Arabia Saudita collaboreranno in campo atomico
Giappone ed Arabia Saudita condividono in campo nucleare i medesimi problemi. I loro vicini, Corea del Nord ed Iran rispettivamente, perseguono aggressivi programmi nucleari, il principale alleato di Giappone e Arabia Saudita, gli Stati Uniti d’America, non hanno mostrato in modo palese e fermo la volontà di difendere in modo attivo nessuno dei due stati in questione.
Il Giappone si confronta quotidianamente con due realtà nucleari in grado di infliggere gravi danni al paese del Sol Levante in caso di scontro, alla Corea del Nord va aggiunta infatti anche la Cina. Il Giappone non è uno stato armato con armi nucleari, ma possiede una industria atomica civile estremamente sviluppata, che si è servita per decenni anche di reattori al plutonio, come ad esempio l’unità 3 della centrale di Fukushima. Il Giappone potrebbe disporre di generose scorte di plutonio, così come possiede le capacità tecniche di assemblare una bomba in brevissimo tempo. Il Giappone possiede anche uno sviluppata industria aerospaziale e vettori missilistici spaziali con gittata sufficiente a minacciare, se trasformati in sistemi missilistici militari, tutto il territorio cinese. Se Tokio fosse in pericolo e gli Stati Uniti abbandonassero il Giappone, nel giro di alcune settimane le forze di autodifesa giapponesi potrebbero disporre di un’arma atomica e dei sistemi di lancio necessari al suo utilizzo, tutti Made in Japan.
Discorso diverso merita l’Arabia Saudita, che non dispone di un’industria nucleare, e non dispone di capacità missilistiche proprie. Il governo di Riad vuole però cambiare questa situazione e nelle scorse settimane ha stretto con il governo giapponese del premier Abe un accordo di collaborazione in campo nucleare. Un accordo che garantisce ai sauditi il trasferimento del Know How giapponese in campo nucleare, al fine di costruire, in sinergia tra i due paesi, una rete di centrali atomiche in Arabia Saudita. Come contropartita il Giappone diverrà un partner preferenziale negli scambi economici, con una sorta di “priorità” sull’acquisto del greggio saudita e uno status che favorirà l’esportazione di prodotti finiti giapponesi nella penisola araba.
L’accordo tra Giappone e Arabia Saudita evidenzia non tanto la nascita di un nuovo asse di alleanza, quanto il timore che l’America possa abbandonare al proprio destino i due alleati storici in Asia e in medio oriente. È questa percezione di debolezza degli Stati Uniti che favorisce, in questo particolare periodo storico, l’aggressività di alcuni paesi in Medio Oriente e in Asia, ed è sempre la medesima percezione di debolezza che potrebbe scatenare in queste due aree geografiche la più grande corsa alle armi atomiche dali anni 60 ai giorni nostri. È proprio l’assenza dell’America che potrebbe innescare una proliferazione atomica incontrollata in zone del pianeta geopoliticamente instabili, aree geografiche e geopolitiche dove sussistono conflitti intra e inter religiosi, dispute territoriali e rivendicazioni storiche in grado di innescare rapidamente e con breve preavviso conflitti anche di vaste proporzioni; aree dove la presenza di armi nucleari in molti paesi delle due regioni potrebbe portare a conseguenze nefaste per la stabilità mondiale.