Le regioni orientali dell’Ucraina, inclusa la Crimea, sarebbero pronte a dichiararsi indipendenti da Kiev, in risposta alla presa del potere da parte dei nazionalisti dell’ovest dell’Ucraina.
Ieri sera durante un incontro di parlamentari fedeli al presidente Yanukovic con gli amministratori locali delle provincie orientali a Kharkov, è stata votata una dichiarazione che rifiuta la sovranità di Kiev sulle regioni russofone e che impegna le autorità locali a gestire in autonomia ogni aspetto, politico, amministrativo e di difesa delle regioni orientali.
Questo passaggio cui si è assistito a Kharkov può considerarsi il preludio ad una vera e propria dichiarazione di indipendenza delle province orientali.
Il passaggio successivo potrebbe essere quello di chiedere la Federazione delle province orientali con la Russia prospettiva che garantirebbe la protezione politica e militare di Mosca.
All’inizio di febbraio, prima dell’inizio delle
olimpiadi in terra russa la tensione in Ucraina era già altissima e si rincorrevano scenari che contemplavano un coinvolgimento esterno nelle manifestazioni di piazza in Ucraina.
Dinnanzi a tale prospettiva si registravano importanti dichiarazioni del Cremlino.
Parliamo delle dichiarazioni di Sergei Glazyev consigliere strategico del presidente Putin con delega per l’Ucraina. Glazyev ha dichiarato che erano stati violati gli accordi di Budapest del 1994 che riguardavano l’Ucraina e che impegnavano Russia e Stati Uniti a non interferire con gli affari interni di Kiev e garantirne congiuntamente l’integrità territoriale e la sovranità.
Il più importante consigliere di Putin per l’Ucraina ritiene che sia avvenuta una importante ingerenza interna negli affari interni ucraini. Glazyev ad inizio febbraio andò oltre e afferò che se la situazione in Ucraina fosse degenerata la Russia avrebbe agito.
La Russia, secondo il nostro sito, pensa ora ad una forma federale per l’Ucraina. Una forma federale che permetta alle varie regioni ampia autonomia, anche a livello di politica estera e di difesa, un modello molto simile a quello adottato per la Cecoslovacchia e che poi portò alla divisione nei due stati che oggi conosciamo (Repubblica Ceca e Slovacchia).
La Russia e Putin puntano quindi a una soluzione politica per l’Ucraina, una soluzione che permetterebbe a Mosca di mantenere il controllo su regioni fondamentali ricche di risorse minerarie, di un porto strategico e che si trovano molto vicine al cuore stesso della Russia.
Tuttavia, se i nazionalisti ucraini volessero il controllo su tutto il paese, la Russia non esiterà ad inviare le proprie truppe a difendere le regioni dell’est e la Crimea.
La prospettiva di una guerra in Ucraina non entusiasma nessuno, men che meno il presidente Putin, ma la Russia ha dimostrato che non permetterà un ulteriore accerchiamento al cuore della Federazione; la guerra in Georgia lo dimostra. In Georgia la Russia non arrivò fino a Tblisi capitale dello stato caucasico, in Ucraina però potrebbe essere un’altra storia. Ne parleremo se la tensione dovesse salire ulteriormente ad est di Kiev.