Nella notte tra giovedì e venerdì scorso il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha ordinato una esercitazione a sorpresa di larga parte dell’apparato militare di Mosca. Sono state poste in stato di “Pronti al Combattimento” i distretti militari occidentale, meridionale e centrale, la Flotta del Nord, tutto il dispositivo aerospaziale, e tutte le divisione aviotrasportate della Federazione. La notte successiva sono state portate al medesimo livello di allerta la Flotta del Mar Nero e la Flottiglia del Mar Caspio.
Un dispiegato imponente che potrebbe generare timori riguardanti possibili ostilità imminenti. Ma nessuna guerra viene programmata dalla Russia o contro la Russia in queste ore. Quale allora lo scopo di questa vasta (e costosa) esercitazione? In questi giorni, con i mezzi offerti dalla diffusione della rete abbiamo monitorato (per quanto possibile) i movimenti delle truppe russe chiamate a questa simulazione.
Nel primo giorno di allerta abbiamo osservato una fortissima attività di trasporto aereo strategico (inclusi aerei AN-22) verso la Crimea, compatibile con il trasferimento di una divisione aviotrasportata nella penisola ex Ucraina. Il secondo giorno la medesima attività di trasporto strategico ha interessato una serie di aeroporti che sono posti ad una ragionevole distanza (inferiore ai 500 km) dal confine con l’Ucraina, con alcuni di essi distanti tra i 50 e i 150 Km (Belgorod, Taganrog, Pskov). Infine una serie di voli di aerei Il-76 verso l’enclave russa di Kaliningrad.
Riteniamo che questi voli compiuti dalla componente strategica da trasporto delle forze aeree russe abbiano trasferito negli aeroporti elencati le truppe di numerose unità delle forze armate russe e solo in minima parte provveduto al trasferimento di materiali. Nelle scorse settimane avevamo infatti osservato, e descritto, il trasferito di mezzi corazzati e sistemi d’arma pesanti verso le medesime regioni oggi oggetto dei voli degli IL-76 e AN-22 russi.
La nostra conclusione è che il Cremlino, ed il ministero della difesa della Federazione Russa, abbiano deciso di rinforzare con truppe dei tre distretti militari oggetto dell’esercitazione tutta l’area compresa dal Baltico al Mar Nero, riservando alle aree confinati con l’Ucraina la maggior densità di trasferimenti.
Altro elemento che va osservato è che il trasferimento avviene mentre il Cremlio si riferisce al governo Ucraino come ad una entità “simil terroristica” ed illegittima, in particolare dopo l’arresto in Crimea di presunti sabotatori ucraini, fermati dopo alcuni scontri armati che hanno causato la,morte di almeno due militari di Mosca; allo stesso tempo nel Donbass sono aumentati, sia per intensità che per frequenza, gli scontri tra filorussi ed ucraini con l’impiego costante di artiglieria.
Ulteriore elemento da considerare è che tale spostamento di truppe avviene alla fine dell’estate, un periodo inusuale per le esercitazioni di ridispiegamento temporaneo delle truppe russe, che potrebbero essere chiamate a permanere nelle nuove basi anche all’inizio della stagione fredda.
Nessuna guerra imminente quindi per la Russia, ma la volontà di disporre lungo i confini occidentali di una forza militare efficace e credibile in questo autunno connotato dalle elezioni presidenziali americane e dalle forti tensioni in Siria e con l’Ucraina.