In questi giorni abbiamo assistito ad una violenta escalation tra India e Pakistan che possiamo annoverare come la più pericolosa dalla fine degli anni ’70. Il tutto ha avuto inizio con un attacco di separatisti islamici ai danni di truppe indiane presenti nel Kashmir conteso tra Islamabad e Nuova Delhi che ha causato la morte di più di 40 paramilitari indiani ad opera degli estremisti islamici di Jaish-e-Muhammad. Dopo i funerali delle vittime indiane nel Kashmir e anche nella capitale indiana si è fatto sempre più forte il desiderio di vendetta per le azioni del gruppo islamista che ha anche basi e campi di addestramento in Pakistan.
Alla fine la decisione del governo indiano è stata quella di attaccare il quartier generale di Jaish-e-Muhammad all’interno del territorio pachistano. Il raid notturno ha visto impiegati 10 Mirage, armati con bombe guidate da 1000 Kg, sistemi per il disturbo dei radar nemici e armi di autodifesa aria-aria. Il raid avrebbe fatto molte vittime tra i miliziani e probabilmente tra i componenti delle loro famiglie. La difesa aerea pachistana non ha reagito in maniera adeguata anche se, dopo il raid, gli aerei indiani si sono dovuti liberare di parte del carico (serbatoi esterni e missili aria-aria). La reazione pachistana ha visto il massiccio impiego di artiglieria e la conquista di alcuni avamposti indiani lungo la linea di contatto, segnando di fatto la prima modifica dopo 39 anni del fronte del Kashmir.
Nella giornata odierna abbiamo assistito ad una forte attività aerea delle due aviazioni rivali e all’abbattimento di due caccia di Nuova Delhi, un Mig-27 e un Mig-21. Un capo squadriglia indiano si trova ora sotto la custodia dei pachistani, dopo che i militari di Islamabad lo hanno salvato da un gruppo di persone che voleva linciarlo.
In conseguenza di questi accadimenti il Pakistan ha chiuso il suo spazio aereo ai voli civili, mobilitato le truppe di terra, richiamato in servizio tutti i militari facenti parte di aeronautica e marina militare, e ordinato la partenza di gran parte delle sue unità navali militari.
L’India ha chiuso lo spazio aereo settentrionale del paese, attivato la rete di trasporto aereo strategico e ordinato il riposizionamento di alcune squadriglie di caccia di terza generazione dal confine orientale del paese alle basi che hanno competenza sul Kashmir e il confine ufficiale che l’India condivide con il Pakistan.
La situazione ora si è stabilizzata ma molti cittadini del Pakistan temono una nuova azione ostile degli indiani e nelle grandi città si è assistito, sebbene in maniera ordinata, a maggiori acquisti di generi alimentari e carburanti.
Ricordiamo che India e Pakistan sono due stati dotati di armi nucleari, sebbene non siano mantenute in condizione di Hair Trigger Alert (la condizione di lancio di emergenza). Il Pakistan, nella sua dottrina di difesa, conscio dell’inferiorità del suo esercito convenzionale non ha mai escluso il primo impiego delle armi atomiche in caso di minaccia all’integrità e all’indipendenza della nazione.
E’ sintomo dei tempi che oggi tutti noi viviamo il fatto che sui media tradizionali non si sia dato praticamente spazio allo scontro di confine tra queste due potenze nucleari, come se ci fossimo ormai assuefatti alla “normalità” della guerra, anche se potenzialmente potrebbe degenerare in un conflitto vedendo l’impiego di armi nucleari.
Seguiremo costantemente l’evolversi della vicenda e vi informeremo sul sito o in tempo reale sui nostri social media.