Oggi durante il vertice tra Unione Europea e Turchia a Bruxelles il presidente turco Erdogan potrebbe fare all’Europa una proposta che ha l’odore del ricatto. La Turchia, che formalmente si dichiara alleata dell’Europa nel controllo dell’immigrazione clandestina verso occidente irrealtà potrebbe usare i profughi come una vera e propria arma, non solo per ottenere dall’Europa cospicui finanziamenti a fondo perduto, ma anche l’appoggio politico e militare ad una azione militare di terra all’interno del territorio della Siria.
Numerose fonti turche propendono per la possibilità che Erdogan oggi proponga all’Unione Europa la creazione di una “Safe Zone” per rifugiati siriani all’interno dei confini siriani, una Safe Zone garantita dalle truppe di Ankara e dove, secondo le ipotesi a noi giunte, la Turchia pensa alla costruzione di una “New Town” che potrebbe ospitare circa 400000 siriani.
Questa proposta è un vecchio cavallo di battaglia del presidente turco, creare all’interno della Siria un’area, un’area fisica, geograficamente definita, di influenza turca, un’area dove stabilire non solo il luogo di rifugio per le famiglie dei profughi, ma anche il luogo dove addestrare e organizzare la resistenza armata al regime di Al Assad.
La Turchia non ha mai trovato il modo di coinvolgere i propri “alleati” in questa impresa, ed ha trovato ancora più difficoltà dopo la forte presa di posizione della Russia di Putin al fianco di Al Assad. Oggi la Turchia potrebbe cerare per l’ennesima volta l’appoggio dell’Europa alla sua idea egemonica sul nord della Siria. Speriamo vivamente che i nostri vertici politici siano ben coscienti che appoggiare, anche solo politicamente, la Turchia in questa invasione della Repubblica Siriana potrebbe portare a conseguenze del tutto imprevedibili e anche sproporzionate degli alleati della Siria (parliamo principalmente della Russia) che non si possono in alcun modo permettere una guerra di logoramento all’interno della Siria.
Ai nostri occhi l’obiettivo turco di creare una “Safe Zone” all’interno della Siria è funzionale a trascinare per mesi, se non per anni, il conflitto all’interno della Siria, essendo la Turchia ben conscia che Mosca non potrà mantenere l’attuale livello di supporto al presidente Al Assad per un tempo indefinito, a meno che di sottrarre importanti risorse ad altri a ben più importanti capitoli del bilancio statale della Federazioni Russa.
Va considerato inoltre che una Safe Zone all’interno della Siria permetterebbe alla Turchia di realizzare uno dei suoi obiettivi strategici e cioè impedire la formazione di un corridoio di terra nelle mani dei curdi lungo gran parte della linea di confine tra Turchia e Siria.
Oggi Erdogan giocherà le sue carte contando sulle divisioni interne dell’Unione Europea e sul fatto che Bruxelles non è in grado di garantire la sicurezza delle frontiere esterne dell’Unione. Il presidente turco vincerà la sua scommessa? Noi ci auguriamo di no, perché se Erdogan dovesse convincere i leader europei della bontà della sue idea, una guerra tra Russia e Turchia diventerebbe una possibilità molto più concreta.