Riceviamo e pubblichiamo un interessante post di un nostro lettore che ormai è diventato una firma fissa di GPC, buona lettura
L’importante azienda italiana operante nel campo degli idrocarburi, ha annunciato la scoperta di un nuovo importante giacimento, battezzato Calypso, all’interno del blocco 6 appartenente alla zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro. Non sono ancora chiare, al momento, le dimensioni di tale giacimento, ma secondo alcune stime ci sarebbe un potenziale compreso tra 170 e 230 miliardi di metri cubi (bcm). Si tratta di un’ulteriore conquista per il “Cane a sei zampe” che, appena qualche giorno prima, aveva avviato, a tempo record, il gigantesco giacimento, 850 miliardi di metri cubi di metano, di Zohr situato nel mare a nord dell’Egitto. Inoltre, il 9 febbraio 2018, l’ENI, assieme alla francese Total e alla russa Novatek, hanno firmato a Beirut i contratti di esplorazione che consentiranno di effettuare attività di ricerca nelle acque libanesi. Una vittoria facile per il consorzio trinazionale, non avendo incontrato alcun sfidante, che permette all’azienda italiana di inserirsi nel mercato del Paese dei cedri. La facile vittoria, però, nasconde allo stesso tempo delle insidie. Una delle due aree date in concessione alle aziende vincitrici comprende una zona di mare oggetto di disputa tra Beirut e Tel Aviv.
Questi successi dell’ENI nel Levante del Mediterraneo, però, avvengono a lato di sempre maggiori tensioni geopolitiche tra le nazioni dell’area. Come appena accennato nelle righe sopra, è presente un tratto di mare conteso tra Libano ed Israele, si tratta di un altro importante fattore di scontro tra le due nazioni, senza parlare di Hezbollah che non è la sede adatta. Il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman ha commentato riguardo la vittoria del bando da parte delle tre aziende che si tratta di: “un comportamento molto sfidante e provocatorio, le rispettabili società hanno commesso un grave errore”. Immediata la risposta da parte del presidente libanese Michel Aoun, il quale considera le affermazioni israeliane: “una minaccia al Libano e ai suoi diritti sovrani sulle acque territoriali”. Per ristabilire l’ordine ed evitare un nuovo scontro armato come quello del 2006, un importante diplomatico americano sta mediando tra le parti in cerca di una visione comune.
L’altra area delicata in cui l’ENI opera è Cipro, dove il fallimento degli accordi di pace, l’estate scorsa, unito alla recente scoperta, nella zona economica esclusiva della Repubblica di Cipro, del giacimento Calypso hanno portato ad un notevole aumento della tensione tra i paesi coinvolti. In quanto, seppur la ZEE cipriota è riconosciuta sia dall’ONU che dall’UE, la Turchia si rifiuta di riconoscerla attuando aperte violazioni al diritto internazionale e del mare. L’ultimo caso ha riguardato l’unità di ricerca Saipem 12000, la quale è stata bloccata dalla corvetta turca TCG Bodrum (F-501), poiché erano in corso esercitazioni militari. Negli ultimi giorni, infatti, importanti autorità turche hanno rilasciato affermazioni pubbliche aggressive. Il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Hulusi Akar, durante le recenti manovre ha asserito: “Possiamo coprire tutto l’Egeo, non solo le Imia, abbiamo la forza di operare contemporaneamente ad Afrin, coprire tutto il Mediterraneo Orientale e l’Egeo. Anche il presidente Recep Tayyip Erdoğan, nel corso della sua recente visita a Roma ha sottolineato al premier Paolo Gentiloni: “I lavori (di esplorazione) del gas naturale in quella regione rappresentano una minaccia per Cipro nord e per noi”.
Il Governo di Ankara ha, infatti, espresso la volontà di iniziare attività di ricerca nell’area, provocando l’immediata dura risposta da parte egiziana, il ministro degli Esteri Sameh Shoukry ha intimato: “Qualunque tentativo di violare o diminuire i diritti egiziani sull’area verrà rifiutato e contrastato”.
di Stefano Peverati