Avrebbero dovuto essere sette giorni di tregua in Ucraina Orientale, sette giorni durante i quali organizzare negoziati diretti tra Kiev e gli indipendentisti, con la presenza al tavolo della “pace” di rappresentanti di OSCE e Russia.
Invece di sette giorni di tregua abbiamo assistito al proseguo, seppur a bassa intensità, dei combattimenti.
Gli accordi preliminari al piano di pace prevedevano una sospensione integrale, non solo dei combattimenti, ma anche dei movimenti militari su tutto il territorio degli Oblast’ di Luhansk e Donetsk.
Così però non è stato, le truppe di Kiev hanno continuato a muoversi in Ucraina Orientale per migliorare la loro posizione tattica e gli indipendentisti hanno continuato ad attaccare in modo sporadico le postazioni di artiglieria sul monte Kharachum.
Ma il fatto che potrebbe determinare la fine della tregua è avvenuto ieri sera quando un elicottero MI-8 si è avvicinato a Slaviansk, forse proprio per portare rifornimenti al monte Karachum. Appena giunto a tiro dei sistemi antiaerei portatili Strela e Igla nelle mani dei filo russi l’elicottero è stato abbattuto.
Ricordiamo che questo fatto rappresenta la rottura della tregua da parte sia dei filo russi che hanno abbattuto il mezzo aereo, sia da parte dei governativi pro Kiev che non avrebbero dovuto muovere materiale militare nel Donbass.
Nella mattinata di oggi 25 giugno il presidente ucraino Poroshenko ha ordinato ai propri comandanti militari di aprire il fuoco senza esitazione in caso di scontri con i ribelli.
Anche colui che ha proposto questa tregua unilaterale di sette giorni, ordina ai militari di rispondere senza esitazione ad ogni minaccia.
La tregua è finita.
In questo filmato truppe ucraine si muovono nel Donbass nella giornata di ieri
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