Egitto la Fratellanza prepara la più grande manifestazione del dopo Morsi
Oggi lunedì 15 luglio la Fratellanza Mussulmana ha organizzato al Cairo quella che definisce la più grande manifestazione popolare dopo la caduta di Mohamed Morsi.
I Fratelli Mussulmani e il loro braccio politico, il partito Giustizia e Libertà, hanno chiamato tutti i propri sostenitori a scendere in piazza nel pomeriggio per chiedere il ritorno al potere del loro presidente.
L’esercito e la polizia si preparano a fronteggiare decine di migliaia di persone, anche se non è ancora chiaro se i manifestanti resteranno nella zona di Nasr City o se organizzeranno cortei che marceranno verso i luoghi simbolo della capitale egiziana, come ad esempio il palazzo presidenziale, piazza Tahrir, il ponte 6 ottobre o il ministero della difesa.
Osservare l’evoluzione di questa manifestazione, ed in particolare comprendere se i cortei si muoveranno verso i punti strategici della capitale egiziana, potrà farci capire in anticipo se la manifestazione, che nasce ufficialmente pacifica, potrà degenerare in scontri violenti.
Negli ultimi giorni il premier ad interim ed il presidente provvisorio dell’Egitto hanno incontrato emissari dei Fratelli Mussulmani ed hanno offerto a loro la possibilità di inserire propri uomini nell’esecutivo di nuova formazione. Sebbene ufficialmente la fratellanza abbia rigettato le proposte, all’interno del braccio politico alcuni esponenti di primo piano sembrano inclini ad un accordo con i militari al fine di non perdere i contatti con i luoghi del potere ed essere successivamente in grado di poter gestire, anche dall’interno dell’apparato egiziano, i prossimi passaggi politico-istituzionali, come le elezioni dell’assemblea costituente, quelle presidenziali e politiche nonché le regole che determineranno i risultati elettorali.
Dalla sintesi interna al movimento dei Fratelli Mussulmani delle due posizioni esistenti nel partito, emergeranno il metodo ed i sistemi con i quali la piazza dei militanti farà sentire la propria voce.
Pacificamente se prevarrà la volontà di essere coinvolti concretamente nel futuro politico dell’Egitto, oppure con la violenza se vincera l’ala militare, convinta che in Egitto comanda e commenderà non chi vince le elezioni ma chi gestisce la forza delle armi.