Oggi è il 6 ottobre, un giorno particolare per l’Egitto, il 6 ottobre infatti si celebra la giornata delle forze armate, è un giorno festivo in Egitto e ai tempi di Mubarak una imponente parata militare, unita alle commemorazioni per i caduti, caratterizzava la giornata. Il 6 ottobre ricorre l’inizo della guerra del Kippur, combattuta dal 6 al 13 ottobre del 1973, guerra che vide nelle fasi iniziali quasi la capitolazione di Israele; Israele che poi sbaragliò sia le forze egiziane che quelle siriane conseguendo una fondamentale vittoria strategica.
Il 6 ottobre di oggi però in Egitto sarà diverso. Nessuna grande parata militare e nemmeno celebrazioni particolarmente solenni per i caduti; il 6 ottobre di oggi in Egitto si caratterizzerà per l’ennesima protesta di piazza dei Fratelli Mussulmani contro il colpo di stato militare guidato del generale El Sisi. I leader della Fratellanza, movimento ufficialmente bandito dalle autorità giudiziarie egiziane, ha chiamato a raccolta i propri sostenitori proprio nella giornata dedicata all’esercito. E questa chiamata è stata fatta alla luce del sole in tutto il paese, ma con particolare risposta da parte dei militanti delle aree rurali, che sono stati invitati a raggiungere il Cairo nella giornata di oggi.
Alcuni dei leader ancora in libertà dei Fratelli Mussulmani hanno dichiarato che la manifestazione di oggi segnerà l’inizio della fine del potere del generale El Sisi, e che centinaia di migliaia di persone sono pronte a scendere nelle strade.
La nostra visione dello scenario egiziano differisce dai proclami della Fratellanza. Le persone che oggi scenderanno per le strade del Cairo saranno probabilmente alcune decine di migliaia, ma difficilmente raggiungeranno le centomila unità. L’esercito ha già sigillato gli accessi a piazza Tahrir e si prepara a chiudere rapidamente il ponte 6 ottobre, infrastruttura nevralgica del Cairo che permette un rapido accesso alla zona di piazza Tahrir dalle aree dove è maggiore la presenza dei sostenitori dei Fratelli Mussulmani.
A differenza dalle scorse manifestazioni dei Fratelli Mussulmani, in questa occasione, i militari non hanno chiesto alla popolazione favorevole ad EL Sisi di scendere in piazza, questo perché oggi legalmente i fratelli mussulmani sono un partito bandito dalla vita pubblica, che non può essere autorizzato a tenere manifestazioni. Oggi ai militari non serve la legittimazioni dell’opinione pubblica per agire contro la fratellanza perché la legge egiziana stessa gli conferisce questa possibilità.
Ed anche per questo l’esercito sarà inflessibile, non permetterà a nessuno di raggiungere piazza Tahrir, non permetterà a nessuno di costruire tendopoli nel centro del Cairo o di qualsiasi altrà città dell’Egitto, e non esiterà ad usare la forza se saranno minacciati siti strategici o personale delle forze di sicurezza.
Oggi in Egitto, se la Fratellanza tasterà ancora un volta il polso dei militari, il risultato sarà un altro bagno di sangue. Tuttavia la possibile scarsa partecipazione delle masse alle manifestazioni potrebbe evitare confronti diretti prolungati tra i militari e i più accesi sostenitori della Fratellanza. Inoltre i più violenti non credono più alle manifestazioni di piazza per poter rovesciare i militari, ma guardano con sempre maggior concretezza alla via del terrorismo al Cairo, ma soprattuto nel Sinai e nel sud dell’Egitto, un terrorismo fatto di autobombe e attentati suicidi che potrebbe presto prendere il posto delle proteste di massa.