C’è una questione molto seria per il nostro paese. Tempo fa vi mettemmo in guardia sulle potenzialità della crescita italiana. Negli ultimi mesi si era venuta a creare una situazione estremamente favorevole: prezzo del petrolio molto basso, euro debole contro il dollaro, tassi di interesse eccezionalmente bassi con conseguenti risparmi sul debito. Questa situazione congiunturale era però frutto del caso e non di una politica economica studiata. È solo una coincidenza che i tre fattori precedenti si siano esplicitati contemporaneamente. Da un lato l’Arabia Saudita e la sua guerra allo shale americano, dall’altro lato le politiche di Draghi. Purtroppo il treno è passato e l’Italia non è riuscita a capitalizzare questo momento favorevole. Non solo. Le previsioni di crescita sono state effettuate tenendo conto dei fattori precedenti e considerando gli stessi quasi come semi permanenti. Ben sapendo, in realtà, che di permanente ci fosse ben poco (soprattutto il prezzo del petrolio). Il famoso tesoretto, come già abbiamo avuto modo di discutere in questa pagina, è del tutto ipotetico e frutto della proiezione di una economia che va bene e che genera maggiori risparmi sugli interessi. Ma ora il petrolio vola nuovamente e il dollaro pare aver perso lo slancio iniziale. Sia chiaro, la situazione è ancora piuttosto favorevole e il governo italiano può ancora ambire ad agganciare quel poco di slancio vitale manifestato dall’economia globale. La domanda è: sapremo essere sufficientemente pronti e reattivi (almeno questa volta)?