Con questo post volgiamo fare il punto sulla situazione dell’epidemia di Virus Ebola nel continente africano e cercare di sottolineare in che modo il virus sta impattando sulla vita quotidiana dei cittadini degli Stati dove esso si è diffuso e cercare di analizzare le conseguenze sociali ed economiche che Ebola sta determinando, con lo sguardo rivolto (come sempre da tradizione di GPC) agli scenari futuri sia africani che mondiali.
Prima di tutto una fotografia del numero dei casi e dei paesi coinvolti.
L’epidemia avanza senza controllo in Sierra Leone e in Liberia dove negli ultimi 7 giorni sono stati circa 700 i nuovi casi della malattia registrati. La percentuale dei decessi si mantiene circa al 50% e la categoria dei professionisti sanitari (medici, infermieri biologi e tecnici di laboratorio) è la più colpita in assoluto e rappresenta una quota significativa dei contagiati e delle vittime. In Guinea la situazione non è drammatica come negli altri due paesi dell’Africa occidentale da noi citati ma non è possibile affermare che l’epidemia sia stata contenuta dalle autorità locali.
Preoccupa invece la situazione in Nigeria dove nella capitale, Lagos, dopo l’arrivo di un malato dalla Liberia si registrano oggi 25 casi, che tuttavia potrebbero essere ampiamente sottostimati sia per errori diagnostici, sia per la tendenza della popolazione locale a non rivolgersi alle strutture ospedaliere ma preferire metodi di cura tradizionali e domiciliari.
Lagos è uno dei punti decisivi per il diffondersi di Ebola perché la capitale della Nigeria ha importanti scambi commerciali e sociali con paesi extra africani e perché nelle baraccopoli di Lagos, città con oltre 14 milioni di abitanti il virus potrebbe trovare l’ambiente promiscuo e privo di assistenza medica ideale alla sua diffusione.
Si registra anche un caso di morte per il virus a Dakar in Senegal la scorsa settimana, per un paziente giunto proprio dalla Nigeria, al momento non si registrano nuovi casi nella capitale senegalese.
La diffusione del Virus in Africa Occidentale ha colpito duramente l’economia di Sierra Leone e Liberia paesi nei quali è stato dichiarato lo Stato di Emergenza con la relativa imposizione della legge marziale. Molti esercizi commerciali, anche che trattano beni alimentari, registrano carenze nelle forniture e risulta essere a rischio l’approvvigionamento alimentare per coloro i quali vivono nelle grandi città. Il programma alimentare mondiale si sta adoperando per evitare una situazione di crisi alimentare generalizzata.
Lo stato sociale, o quel frammento di stato sociale che esisteva in Liberia e Sierra Leone, è collassato le strutture sanitarie sono prive dell’organico necessario per permettere a tali plessi di funzionare anche in maniera parziale, le scuole sono chiuse, le forze di polizia non sono in grado di garantire l’ordine nemmeno nei centri di quarantena e negli ospedali e la struttura governativa sembra perdere il controllo sull’intero paese. Il presidente americano Obama ha dichiarato che truppe dell’Africa Command sono pronte a dare man forte alle forze armate locali e alla polizia per garantire la sicurezza degli ospedali e dei centri vitali dei paesi colpiti dall’epidemia. Ma come reagiranno le truppe in caso di rivolte delle popolazioni locali, da sempre refrattarie a qualsiasi forma di quarantena o isolamento per motivi di salute. Cosa accadrebbe se le truppe locali o americane aprissero il fuoco per legittima difesa o per impedire assalti agli ospedali? Come vedete Ebola non è soltanto un’emergenza sanitaria ma un evento in grado di disintegrare la struttura sociale di una nazione e determinare il collasso dello stato. È anche per questo motivo che la nostra vigilanza deve essere massima.
L’organizzazione mondiale della sanità, che un mese fa emetteva report bisettimanali non aggiorna la situazione ufficiale dei casi e delle morti in Africa Occidentale da quasi due settimane e questa latitanza delle fonti ufficiali complica notevolmente la nostra analisi e fornisce parallelamente lo spazio alla disinformazione di colpire indiscriminatamente sulla rete.
Volendo parlare in maniera sintetica delle previsioni di casi di Ebola in Italia e in Europa, un modello sperimentale dell’università di Boston quantifica nel 5% la probabilità di arrivo di un caso di ebola in Italia entro la fine di settembre, una percentuale che un medicina è tutt’altro che bassa.
Lagos rimane comunque il crocevia della battaglia ad Ebola e purtroppo le autorità sanitarie locali non sembrano avere in mezzi per agire in maniera decisiva contro il virus.
Solo il caso, il destino, la fortuna a secondo di come volete chiamare l’imponderabile deciderà se Ebola colpirà massicciamente la megalopoli nigeriana oppure se il focolaio si spegnerà nelle prossime settimane.