Ebola, una epidemia fuori dal comune, su queste pagine ne parliamo già da un mese in quanto riteniamo questo evento in grado di uscire dai confini dell’Africa ed essere un elemento destabilizzante per la geopolitica mondiale.
Il rischio odierno che Ebola arrivi in Europa, magari a bordo di un aereo come nel caso del paziente arrivato in Nigeria dalla Liberia dopo aver fatto scalo nel Togo, è ancora basso tuttavia cresce di giorno in giorno la probabilità che un viaggiatore, anche inconsapevolmente, trasporti il virus in America o nel nostro continente.
Ma in Italia tutto tace, nessuno ha informato i viaggiatori che si recano in Africa occidentale di come comportassi per limitare la possibilità del contagio del Virus Ebola, nessuno ha informato i professionisti delle compagnie aree di cosa sia Ebola, di come comportarsi nel caso in cui si manifesti in volo la presenza di un caso sospetto (l’unica indicazione è di comunicare il fatto ai controllori di volo e atterrare in aeroporti “attrezzati” per lo scopo, ma nessun corso agli assistenti di volo ha spiegato come riconoscere un caso sospetto).
Ebola non è più confinato nei villaggi remoti nella foresta Africana, l’epidemia non si è limitata naturalmente come aveva sempre fatto in passato, il virus ha raggiunto le città dell’Africa occidentale e nulla gli impedisce di uscire dall’Africa.
In Gran Bretagna le istituzioni iniziano così a parlare del Virus e del rischio, seppur basso lo ripetiamo, che corre l’Europa e il Dr Brian McCloskey, direttore del dipartimento salute globale al Public Health England (PHE), ha dichiarato:
[box color=”blue” icon=”accept”]”We have alerted UK medical practitioners about the situation in West Africa and requested they remain vigilant for unexplained illness in those who have visited the affected area.
“People who have returned from affected areas who have a sudden onset of symptoms such as fever, headache, sore throat and general malaise within three weeks of their return should immediately seek medical assistance.
Il Ministero della Sanità Britannico ha allertato i medici sulla situazione nell’Africa Occidentale e richiesto che i dottori siano vigili a riguardo di malattie inattese tra coloro i quali hanno visitato le aree interessate dall’epidemia.
Le person che ritornate dalle aree affette dall’epidemia e che improvvisamente manifestano febbre mal di testa mal di gola e malessere generale entro le tre settimane dal loro ritorno dal viaggio in Africa Occidentale devono immediatamente richiedere assistenza medica”[/box]
Ancora una volta gli inglesi dimostrano la loro pragmaticità, mentre nel nostro paese nessuno parla (nemmeno ai professionisti) dei rischi correlati a questa epidemia. Epidemia che in due settimane ha visto passare i casi di Ebola in Africa occidentali da 980 a 1201, una epidemia in espansione e della quale, senza generare panico, sarebbe il caso di parlare per la sicurezza di tutti noi.
Aggiornamento ore 16,45
Il nostro articolo è stato pubblicato questa mattina alle ore 7,10. Da allora la situazione si è evoluta e il ministro degli esteri britannico Hammond ha dichiarato che Ebola è una minaccia il Regno Unito.
Il Primo Ministro David Cameron ha convocato un “Cobra Meeting” (il gabinetto di sicurezza del governo inglese) per discutere della questione e delle eventuali misure da prendere per fronteggiare l’espandersi della malattia.
A Birmingham ieri sera un paziente di ritorno dall’Africa è stato ricoverato ed è stato testato per Ebola, ancora non si conoscono i risultati delle analisi.
Vi ricordiamo che i bollettini ufficiali e le analisi di rischio spettano agli organi competenti ed ad essi va fatto riferimento (Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità) i nostri post sono elementi a titolo divulgativo.