Sono 470 i morti per il virus Ebola in Africa Occidntale. 470 morti dall’inizio di questa epidemia che ha attraversato i confini di tre stati e che non accenna a fermarsi.
Guinea, Sierra Leone e Liberia ecco i tre Stati dove l’epidemia avanza. La maggior parte dei casi si è registrata in Guinea dove i morti sfiorano i 420 e dove nessuna misura efficace per contenere il morbo è stata ancora presa.
Da due mesi la situazione in Africa occidentale è fuori controllo, e le sorti dell’epidemia sono unicamente nelle mani della natura. Nessuna misura efficace di contenimento, nessun controllo sanitario ai confini, nessuna collaborazione delle autorità sanitarie con l’OMS, se non vuote promesse di controlli capillari e di isolamento dei malati.
Mai nell’epoca contemporanea si sono registrati 470 morti in una singola epidemia, le epidemie più gravi non avevano mai raggiunto le 300 vittime.
Ma la vera domanda è: come evolverà l’epidemia, essa rischia di allargarsi ad altri paesi, rischia il nostro paese alla luce della forte immigrazione in atto dall’Africa?
Solitamente le epidemie di Ebola, sono autolimitanti, l’elevatissima letalità, la rapidità del decorso clinico e la breve incubazione (solitamente di 5/12 giorni) hanno impedito dalla malattia di diffondersi al di fuori delle aree dove si sono registrati i primi casi. Secondo fattore da considerare è la durata delle epidemie che mai sono durate come in questo specifico caso.
Ebola non si presenta in un’unica forma ma sono noti quattro diversi ceppi del virus con differente mortalità. Il ceppo più virulento e mortale è il ceppo Zaire, che ha una mortalità vicina al 90% dei contagiati. In una prima fase si era pensato che il ceppo responsabile dell’epidemia fosse proprio il ceppo Zaire, tuttavia non si è ancora avuta la certezza che il ceppo ora presente in Africa Occidentale sia lo Zaire, e potrebbe quindi trattarsi di un ceppo ancora sconosciuto, un ceppo con elevata mortalità simile al ceppo Zaire ma con una incubazione più prolungata.
Se così fosse questa epidemia di Ebola rappresenta un pericolo concreto per la regione.
Spesso nel mondo occidentale si applica il principio di precauzione, anche in casi limite nei quali solo modelli sperimentali hanno messo in evidenza potenziali pericoli che si potrebbero concretizzare tra cinquanta o cento anni.
In questo caso siamo dinnanzi ad un problema reale, presente e concreto. Un problema che potrebbe interessare nazioni poverissime e devastarne la società. In questa situazione sarebbe raccomandabile mettere in pratica il principio di precauzione, e avvisare chiunque si rechi in quelle aree del rischio potenziale cui potrebbe essere esposto e allo stesso tempo verificare in maniera accurata le condizioni di salute di ogni essere umano giunga in maniera clandestina nel nostro paese.
La possibilità che Ebola si manifesti, oggi, in Italia è bassa, tuttavia se fossimo di fronte ad un virus con periodo di incubazione più lungo i rischi per il nostro paese aumenterebbero e non osiamo nemmeno pensare cosa potrebbe accadere se si manifestasse un caso di Ebola su di un barcone di immigrati o su una nave della nostra marina, oppure ancora in un centro di accoglienza non preparato a questa eventualità.
I controlli sanitari inoltre dovrebbero riguardare alche la positività alla tubercolosi e la vaccinazione contro la poliomielite malattie che sono a nostro avviso nel concreto più pericolose (per possibilità di comparsa in Italia) del virus Ebola, ma questo è un’altro discorso.