La notizia è di quelle gravi ed in grado di cambiare la nostra percezione di una malattia ad elevatissima mortalità, una malattia che ha visto susseguirsi varie epidemie, a volte violente, ma mai persistere in una regione per tanto tempo da rischiare di diventare endemica. Parliamo di Ebola purtroppo e parliamo della sua costante presenza nel nord del Congo.
Questa presenza di Ebola in Congo è iniziata con il paziente 0 registrato il 30 aprile, per poi manifestarsi pienamente dal giugno 2018. In questi 6 mesi la malattia si è propagata a varie province congolesi e ha infettato 658 persone con 402 morti.
La regione interessata dalla malattia confina con l’Uganda, il Rwanda e il Sudan del Sud, il confine è estremante poroso e non è possibile una sorveglianza sanitaria efficace nel prevenire il viaggio di pazienti infetti nei paesi limitrofi.
Nonostante ciò l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene basso il rischio di una diffusione globale della malattia, sebbene sia alto il rischio di diffusione regionale, anche a causa dell’instabile situazione politica e sociale in tutti i paesi sopra citati.
E’ in atto una forte campagna vaccinale che ha visto circa 60000 individui essere sottoposti alla vaccinazione.
La malattia è particolarmente subdola e pericolosa anche perché il virus permane nei liquidi biologici delle persone che guariscono (in particolare il liquido seminale) per molte settimane e questo favorisce il rischio di nuovi contagi, se i pazienti non si attengono a rigide norme di prevenzione.
A differenza della scorsa epidemia di Ebola, la malattia non sta facendo parlare di sé in occidente, vi informeremo con costanza se la situazione in Congo dovesse modificarsi in maniera sostanziale.