Evolve la guerra in Ucraina orientale, evolve sul piano strategico e quotidianamente evolve anche sul piano tattico.
Le truppe di Kiev impegnate nel reprimere le ambizioni autonomiste del Donbass alcune settimane fa si concentravano, con l’utilizzo primario dell’arma aerea, sul riconquistare metro dopo metro, check point dopo check point, il territorio nelle mani dei filorussi. La costante era l’utilizzo degli elicotteri d’attacco che fornivano supporto alle forze di fanteria della guardia nazionale di Kiev, un supporto costituito dalle capacità di trasporto rapido e puntuale offerto dai mezzi ad ala rotante, e dalla potenza di fuoco che gli elicotteri d’attacco possiedono. Dopo una prima fase di successi della guardia nazionale ucraina i filo russi hanno ottenuto la disponibilità di alcuni missili anti aerei spalleggiabili (MANPADS). Con queste armi hanno iniziato ad abbattere, con sempre maggiore frequenza gli elicotteri del governo di Kiev. Per fronteggiare questa situazione il ministero della difesa ucraino ha ordinato l’impiego di caccia SU-25, aerei specializzati nel supporto ravvicinato alle truppe di fanteria. In una prima fase i SU-25 hanno seminato il panico tra i ribelli, ma successivamente la disponibilità di MANPADS più moderni ed efficienti ha determinato l’abbattimento di un numero considerevole (5/6) di SU-25 costringendo Kiev a ritirare tali mezzi.
L’Ucraina a questo punto (e siamo circa a dieci giorni fa) ha scelto una nuova strategia, potenzialmente in grado di cambiare le sorti del conflitto. Kiev ha deciso di impegnare i propri reparti in una battaglia per il controllo della frontiera tra Russia e Ucraina. Allo stesso tempo gli strateghi di Kiev hanno deciso di ridurre notevolmente (quasi annullandolo) l’impiego delle forze aeree, per concentrarsi sull’utilizzo delle forze di terra, non più della guardia nazionale ma dell’esercito regolare. L’esercito ha avuto l’ordine di impiegare l’artiglieria pesante contro le roccaforti dei filo russi, con due scopi principali.
Il primo è quello di abbattere il morale degli indipendentisti che potenzialmente, e senza preavviso, rischiano di essere colpiti da colpi degli obici da 152 mm in gran parte del territorio da loro controllato.
Il secondo è un motivo prettamente tattico e consiste nel distruggere con l’artiglieria i check point dei filo russi prima degli attacchi della fanteria.
Contro questa strategia di Kiev i filorussi sono destinati alla sconfitta a meno che non possano “catturare” equipaggiamento pesante da utilizzare nel contrasto dell’artiglieria e delle truppe corazzate ucraine dispiegate ad est.
Per equipaggiamento pesante non intendiamo armi anticarro e cannoncini anticarro ma mortai pesanti, carri armati e artiglieria. L’esercito degli indipendentisti non deve essere in grado solamente di resistere ma dovrà riuscire, anche in maniera occasionale, a colpire le unità che martellano ormai da una settimana Slaviansk e Kramatorsk, facendo percepire all’esercito di Kiev che anch’essi sono in pericolo e non possono più aprire il fuoco contro le pozioni dei ribelli senza subire fuoco di ritorno.
Se quindi i ribelli non avranno il possesso di carri armati ed artiglieria le sorti della guerra saranno probabilmente segnate.
A seguire un video di questa mattina che testimonia il cambio di strategia e di tattica di Kiev. Nelle immagini artiglieria pesante Ucraina si dirige verso Sloviansk, città attorno alla quale si sta concentrando il grosso delle forze di Kiev e che potrebbe essere sottoposta ad un pesante bombardamento se a livello politico il presiedente ucraino Poroshenko e il presidente russo Putin non troveranno una soluzione che permetta ad entrambi di non uscire umiliati da questa guerra.
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