Con un anticipo di quasi due mesi su quanto dichiarato solo poche settimane fa domani sera la quinta e più avanzata batteria del sistema missilistico Iron Dome entrarà in servizio anche se, probabilmente, con il 75% del numero di intercettori previsto. La batteria in grado di intercettare anche i missili balistici a lungo reggio, come gli Shahab 3 iraniani, nella loro fase terminale di volo potrebbe essere schierata nell’area di Gush Dan, l’area metropolitana di Tel Aviv. È incredibile la rapidità con la quale la batteria è stata assemblata, mentre l’ultimo lanciatore, apparentemente ancora incompleto potrebbe essere integrato nella batteria entro le prossime due settimane. Iron Dome 2.0 renderà i cieli di Tel Aviv molto più sicuri dagli attacchi dei missili Fajr impropriamente definiti missili a lungo raggio che in realtà sono dei missili a corto raggio, per gli standard militari internazionali, ma vengono definiti a lungo raggio se paragonati ai missili Qassam che hanno un raggio operativo di una dozzina di chilometri.
Il Fajr 5 è un missile a propellente solito alto circa sei metri e 90 kg di testata esplosiva. Il fatto che queste armi si trovino in gran numero a Gaza indica che qualcuno ha aiutato Hamas a trasportare questi ingombranti sistemi d’arma nella striscia. E con il blocco navale di Gaza gli unici che possono aver aiutato i palestinesi sono i vicini egiziani, fatto che apre numerose considerazioni che saranno oggetto di un nostro editoriale dedicato alla questione.