L’Europa, o meglio l’Unione Europea, sembra aver deciso. Domani il vertice dei ministri degli esteri dei 27 deciderà di imporre nuove e pesanti sanzioni alla Federazione Russa. Non sarà ancora bloccato, a quanto pare, il commercio di materie prime energetiche (in particolare il gas) visto che esso risulta indispensabile per ora all’Unione Europe, ma come anticipato nel nostro post di ieri che parlava delle opzioni a disposizione della Russia per gestire la crisi Ucraina, saranno con grande probabilità colpiti numerosi oligarchi vicini al presidente Putin e forse ad appartenenti l’amministrazione russa.
Le sanzioni verranno lette dalla Federazione Russa come una minaccia alla propria sovranità nazionale e motiveranno ancora di più il presidente Putin (il quale ha tenuto un discorso pubblico in occasione della convocazione del consiglio nazionale si sicurezza di cui vi forniremo non solo un sunto ma anche una analisi) a traghettare la Russia verso una fase di maggiore indipendenza dall’occidente e di rinforzo delle proprie capacità militari.
L’Italia, se aderirà come ci sembra di dedurre dalle parole che il premier Renzi ha pronunciato in Angola alcuni giorni fa, subirà più degli altri paesi europei i danni di questa scelta. Il nostro governo dovrebbe valutare bene se la nomina di un nostro rappresentante alla carica di “Ministro degli esteri dell’Europa” vale le rinunce a cui il paese sarebbe chiamato in caso di sanzioni a largo spettro contro al Russia.