Le vere domande da fare a Rohani
Il presidente iraniano Rohani è protagonista in questi giorni di numerose interviste su network televisivi occidentali, in particolare americani. Il presidente iraniano, con un dottorato in relazioni internazionali conseguito nel Regno Unito, sa bene come parlare all’opinione pubblica e ai vertici politici dell’occidente. Nessuna minaccia, continui appelli alla pace e risposte che fanno audience.
Ad esempio tutti i commentatori si sono focalizzati sulla questione dell’Olocausto del popolo ebraico. In passato il presidente Ahmadinejad aveva più volte negato l’esistenza dello stesso, scatenando la reazione del comunità intenzionale. Così anche a Rohani è stata posta la medesima domanda. Ma Rohani non è Ahmadinejad e ha dichiarato che l’olocausto è avvenuto. Come negare un fatto così evidente? Oggi tutti i titoli della stampa intenzionale che segue la vicenda iraniana sono focalizzati su questa risposta di Rohani. Probabilmente però la domanda da fare a Rohani era un’altra e non riguardava il passato ma riguarda il presente.
La domanda da fare era ed è questa: “lo stato di Israele, in quanto tale e nella posizione geografica attuale, ha diritto di esistere?” Questa è la semplice domanda che avrebbe chiarito una volta per tutte la natura del presidente iraniano e del regime di Theran. Se Rohani rispondesse che Israele ha diritto di esistere, e l’apparato di regime non lo estromettesse, le possibilità la pace aumenterebbero esponenzialmente.
Un altra domanda dovrebbe riguardare i diritti civili, la libertà di espressione, la libertà di utilizzare la rete per esprimere le proprie posizioni anche se in antitesi al regime.
Allo stesso tempo allo stato di Israele andrebbe chiesto se l’Iran ha il diritto allo sviluppo pacifico dell’industria nucleare.
Questo è il vero compromesso che si potrebbe attuare per cercare di evitare la guerra con l’Iran.
Purtroppo nessuna delle due parti accetterà di riconoscere i diritti del nemico. L’Iran non accetterà il diritto ad esistere di Israele in medio oriente e Israele non accetterà il rischio di vedere sorgere un Iran potenza atomica.
La diplomazia resterà, con i presupposti attuali, una parentesi del conflitto in medio oriente.
Un conflitto ineludibile senza un radicale cambio di mentalità nella regione e la Siria, la Siria dei compromessi e della carneficina senza fine ne è il paradigma più evidente.