E’ un mutamento radicale della politica estera americana quello del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, a partire da quel’ “America first”, scandito, ripetuto due volte nel discorso di insediamento. Un principio che, in funzione del perseguimento degli interessi nazionali degli USA, sia economici che geopolitici, sarà alla base delle relazioni internazionali tra Washington e il resto del mondo e che può essere riassunto nella frase
“Ogni decisione sul commercio, sulle tasse, sull’immigrazione, sulla politica estera, verrà presa a vantaggio dei lavoratori americani e delle famiglie americane.”
Trump esprime una concezione del mondo antropologicamente pessimistica, ed ostile agli interessi statunitensi: un mondo instabile, caotico, pronto a cadere sotto l’influenza cinese. Da queste premesse si determina lo stop immediato a quelle politiche volte ad incentivare la globalizzazione, a favorire il commercio completamente deregolato. Ne deriva anche lo stop ai trattati commerciali, come TTIP, che secondo Trump riducono la sovranità americana, e al NAFTA accusato di essere il primo motore della deindustrializzazione degli Stati Uniti.
Secondo Trump gli Usa hanno passato troppo tempo, e speso troppi soldi, per difendere le frontiere esterne degli alleati ignorando trascurando l’effettivo ritorno interno per gli Stati Uniti.
Trump non prospetta nessun interventismo, piuttosto un interventismo limitato ai casi forieri di frutti per gli Stati Uniti, e una nuova industrializzazione che assicurerà crescita, ricchezza, benessere e conseguentemente la stabilità degli Stati Uniti. Sarà imprescindibile, dunque, rinsaldare e riequilibrare le vecchie alleanze, facendo sì ad esempio che l’Europa decida di allocare il 2% del PIL per le spese militari, così come richiesto dagli impegni relativi alla funzionalità della NATO. Trump ha però anche affermato che l’America vuole “forgiare” nuove alleanze, per modificare l’assetto geopolitico del mondo e focalizzare gli sforzi delle grandi potenze contro il “terrorismo islamico estremista”.
L’isis sarà spazzato via dalla faccia della terra
Ed è la prima volta dopo otto anni che un presidente americano nomina la parola terrorismo islamico, parola che era diventata un vero e proprio Tabu, per l’America a per il mondo, durante l’amministrazione Obama. Questa postura di Trump non può essere definita “isolazionista”, in quanto l’America non rinuncia alla sua proiezione di potenza a livello militare, fatto che caratterizza il “neo-isolazionismo”.
Nazionalismo, neo-isolazionismo, realismo saranno dunque i principi cardine della presidenza Trump, senza dimenticare il progetto relativo ad un nuovo piano economico ed industriale che mira alla piena occupazione, in quanto Trump si prefigge di
“togliere la nostra gente dai servizi di assistenza sociale per ridarle un lavoro”,
Pesanti sono stati infatti gli attacchi all’establishment politico ed istituzionale americano, reo di aver quasi trasformato la democrazia americana in una autocrazia oligarchica, una classe politica incapace di far fronte alle necessità e rinchiusasi nelle stanze del potere.
Un presidente che si prefigge di restituire il potere al popolo e che ha fatto riferimento ad un “movimento” (si va verso un tripolarismo anche nel sistema US?), come nuova forza vitale della democrazia americana.
Infine quello che sembra essere la caratteristica primaria del neo-isolazionismo americano, la voglia, il desiderio, l’obiettivo di contagiare il resto del mondo con il virus visionario di Trump. Il desiderio di far apparire agli alleati, e forse anche ai nemici, l’America del nuovo corso di Trump come il più fulgido esempio di un paese lanciato sulla via del progresso e del benessere. Una visione che trascende dai quattro anni della presidenza e che va oltre anche il periodo temporale dei due mandati presidenziali. Il Neo-Isolazionismo di Trump a nostro avviso si prefigge di cambiare per sempre non solo gli Stati Uniti d’America, ma il mondo intero ed indirizzare lo sviluppo del pianeta per i prossimi decenni, non sappiamo se egli riuscirà, ma questo è a nostro avviso il suo vero obiettivo. Quando sentirete dire che Trump è un isolazionista, pensate a questo nostro editoriale e definitelo Neo-Isolazionista, perché egli, e il suo pensiero, non starà immobile dentro i confini americani
“Non cercheremo di imporre il nostro sistema di vita a nessuno, ma, piuttosto, lo faremo risplendere al punto da farne un esempio che chiunque possa seguire.”
Donald John Trump 45° Presidente degli Stati Uniti d’America