Dialogo a tutto campo di Obama. Iran, Corea e Talebani
L’inizio dell’estate del 2013 sarà ricordata nei libri di storia come il periodo nel quale il presidente americano Obama avviò negoziati a tutto campo con i principali nemici degli Stati Uniti d’America.
Quasi simultaneamente l’America si troverà al tavolo negoziale con la Corea del Nord, l’Iran ed i Talebani afghani.
Il fatto da sottolineare è che gli Stati Uniti non sono stati ne i promotori, ne saranno i protagonisti di questi negoziati. In tutti e tre i casi citati l’amministrazione Obama ha subito l’iniziativa pubblica dei nemici dell’America, e ha accettato di discutere mentre le controparti continuano nelle azioni e nei progetti che mettono costantemente in pericolo sia la sicurezza nazionale americana, sia gli interessi strategici degli Stati Uniti.
Prendiamo come primo esempio i negoziati che partiranno ufficialmente a Doha nei prossimi giorni, ma che nei fatti sono già in atto da un paio di settimane. Ieri, irritato dai “negoziati”, il presidente afghano Karzai ha dichiarato ufficialmente che in tutto il paese la gestione della sicurezza è ora piena responsabilità delle forze armate afghane e che la Nato rimane esclusivamente con compiti di supporto. Ci si potrebbe attendere una specie di tregua tra talebani e Stati Uniti, invece nonostante i colloqui in atto anche ieri i Talebani hanno ucciso in un’imboscata quattro militari americani. Tale fatto non ha influito sul proseguo dei colloqui evidenziando agli occhi dei talebani la debolezza della politica americana. I talebani non mancheranno di approfittare di questa situazione e cercheranno di ottenere più di quanto sia lecito dai negoziati di Doha.
Poi abbiamo la Corea del Nord, uno stato che basa tutto il suo potere negoziale sulle armi nucleari che ha sviluppato, sottraendo risorse allo sviluppo dell’economia e dell’agricoltura di una società in costante deficit di materie prime alimentari, un arsenale nucleare di 6/8 ordigni. Anche la Corea del Nord ha offerto negoziati agli Stati Uniti, che hanno accettato di partecipare a negoziati diretti. Questo nonostante pochi mesi fa lo stato comunista abbia testato un’arma atomica e il missile balistico in grado di trasportarla e colpire la costa ovest degli Stati Uniti. I colloqui inizieranno mentre la Corea del Nord prosegue lo sviluppo missilistico e delle armi atomiche in particolare con la riattivazione dei reattori sperimentali, che permetteranno alla Corea del Nord di ottenere il plutonio indispensabile per costruire testate nucleari miniaturizzate basate sul principio dell’implosione.
Ultimo, ma non certo per importanza, l’Iran. Anche con l’Iran gli Stati Uniti si apprestano a sedersi al tavolo negoziale e anche in questo caso senza ottenere quantomeno la sospensione del programma atomico e dei programmi di armamento convenzionale. Anche in questo caso durante i colloqui la Repubblica Islamica avrà la possibilità di proseguire i progetti intrapresi. Di questo aspetto particolare parleremo con un post dedicato domani sul sito di GPC.
Nel caso, probabile, di fallimento dei colloqui l’America si troverà a dover fronteggiare situazioni molto più complesse ed esplosive di quelle che sta affrontando in questi mesi.
Se è certo che l’estate del 2013 sarà ricordata nei libri di storia come il periodo nel quale il presidente americano Obama avviò negoziati a tutto campo con i principali nemici degli Stati Uniti d’America, speriamo che la fine l’autunno del 2013 non venga ricordato per il fallimento della Pax Americana di Obama a livello globale.
Aggiornamento
Il Dipartimento di Stato americano ha smentito che siano in programma colloqui diretti con i Talebani