Deblachevo, un saliente che poteva essere il luogo da cui l’esercito di Kiev avrebbe potuto schiacciare la resistenza dei separatisti del Donbass, si sta trasformando in queste ore in una sacca, tagliata fuori dal territorio nel controllo dei governativi e dove 7000 uomini e i loro equipaggiamenti rischiano di rimanere a corto di munizioni viveri e materiale sanitario nel giro di un paio di settimane.
Una sacca, un incubo strategico che le forze ucraine hanno già sperimentato la scorsa estate con intenti perdite di uomini e mezzi. Essere in una sacca è come trovarsi in un castello assediato dal nemico, ma un castello senza mura senza nulla, oltre alle trincee e ai campi minati che ti separino dal nemico.
In una sacca le truppe sperimentano la paura quotidiana dell’assalto decisivo del nemico, sperimentano l’incubo di non poter evacuare i feriti e l’inferno di dover creare cimiteri per i propri morti a poca distanza dai loro accampamenti.
Domani si terranno i negoziati di Misk con la presenza fisica di Putin e Poroshenko, speriamo possano essi trovare un’intesa in grado di fermare la strage di civili e militari che quotidianamente si consuma nel Donbass in guerra. Guerra che in assenza di una soluzione politica coinvolgerà, a nostro avviso, anche la regione a ovest di Mariupol e l’Oblast’ di Kharkov non appena arriverà la primavera.