Alla luce della situazione di tensione in atto tra Russia e Usa vi riproponiamo un nostro post del 9 febbraio scorso.
Molti la chiamano Guerra Fredda, ma quella in atto da almeno tre anni tra USA e Russia deve essere definita a nostro avviso in maniera differente. Noi la vogliamo chiamare “Ghost War”, Guerra Fantasma, e ora vi spieghiamo perché.
Nel 2011, tra lo scetticismo di molti pubblicammo un post “Ritorna la Guerra Fredda al largo della Sira”. GPC era appena nato e molti già ci scrissero lamentando il fatto che il tempo del disgelo tra USA e Russia era finito. In quel caso però il nostro gruppo ha visto bene e ha visto lungo. Tuttavia il temine che oltre tre anni fa poteva ancora trovare un proprio significato, oggi va profondamente rivisto.
Oggi il mondo vive una “Guerra Fantasma” una “Ghost War” tra Russia e Stati Uniti. Una guerra dove, a differenza dei confronti della Guerra Fredda su nessuno dei due fronti, nei vari scacchieri sparsi per il mondo, è presente una rappresentanza “ufficiale” di una delle due potenze.
Vi vogliamo fare alcuni esempi del passato.
Guerra dell’Afghanistan negli anni 80: Unione Sovietica con truppe presenti ufficialmente, Stati Uniti presenti con Proxy
Guerra del Vietnam: Stati Uniti presenti con truppe ufficiali, Unione Sovietica presente con Proxy.
Cuba crisi dei missili: presenza ufficiale di truppe Sovietiche e Americane
In primo luogo, quindi il confronto oggi tra Russia e Stati Uniti si gioca, ovunque sia posto lo scacchiere, con la presenza di Proxy (Siria, Ucraina). Esiste peró un altro elemento che caratterizza la “Guerra Fantasma” e cioè la predisposizione delle due potenze di intervenire direttamente nel caso in cui il proprio alleato nel conflitto, locale o regionale che sia, si trovasse sul punto di capitolare.
Anche nel passato Usa e Unione Sovietica si trovarono a combattere guerra per procura (abbiamo per questo usato il temine Proxy), ma nel caso in cui il proprio Proxy fosse sul punto di perdere la guerra la potenza “madre” non sarebbe intervenuta.
Oggi ci troviamo invece dinnanzi a questa nuova forma di conflitto e di confronto dove la nazione “madre” è pronta ad intervenire in caso di necessità e mettendo, all’interno dello scacchiere locale o regionale, scenari di intervento globali e ricordando all’avversario che ciascuna delle due potenze dispone di un arsenale atomico efficiente e pronto all’impiego.
Anche per questo motivo la “Ghost War” che si sta combattendo tra USA e Russia è estremamente pericolosa, ma non esiste solo la questione nucleare. I due eserciti di Russia e Stati Uniti, oggi sono per lo più composti, a differenza degli anni bui della Guerra Fredda, da personale e comandanti supremi, con scarsa esperienza della guerra. Intendiamo non che non abbiano combattuto o che non siano buoni soldati, ma che non hanno avuto esperienza diretta di ciò che significa l’orrore di una guerra combattuta su larga scala e per un lungo lasso di tempo come ad esempio la seconda guerra mondiale, vissuta da quasi tutti i protagonisti della Guerra Fredda in prima persona. L’aver conosciuto l’orrore della guerra mondiale potrebbe aver portato, in certe situazioni di estrema tensione, i comandanti a operare con maggiore prudenza ed evitare “incidenti”, con il nemico. Oggi invece i comandanti e i soldati della “Guerra Fantasma”, vedono spesso i campi di battaglia attraverso le telecamere di un drone, i radar di un satellite e ordinano attacchi devastanti con la trackball di un sistema computerizzato. Questa mentalità potrebbe aumentare, a nostro avviso, in maniera significativa il rischio di incidenti militari nel caso in cui le truppe di Stati Uniti e Russia dovessero ridurre molto le loro distanze nel teatro di guerra Ucraino.
Un altro aspetto che differenzia la Guerra Fredda dalla Guerra Fantasma è l’atteggiamento delle masse, sia in occidente che in Russia, il pubblico non riesce a “vedere” bene la guerra fantasma, per motivi opposti. In occidente per eccesso di distrazione, un ventennio di protagonismo esclusivo statunitense ha abituato gli abitanti dell’ europa occidentale e degli Stati Uniti all’idea che il confronto politico e militare con altri paesi fosse un qualcosa di tutto sommato secondario. Dalla fine della guerra fredda gli eserciti di professione della NATO ingaggiano paesi periferici come l’Iraq, la Serbia, l’Afghanistan e la Libia, in guerra spettacolari dal punto di vista informativo, ma che non hanno alcuna reale ripercussione sulla vita quotidiana dell’uomo della strada. Questo fatto fa sì che le vicende di politica estera e di geopolitica non occupano nei media tradizionali una posizione di rilevo.
A causa di questa postura dei media e dei governi, l’opinione pubblica non sta formando una propria linea di indirizzo sul come affrontare questa nuova sfida. Di conseguenza le masse non individuano nell’arena politica quale sia il partito o il leader che incarna il loro pensiero riguardante la politica estera.
In Russia, per troppa attenzione sullo scontro geopolitico in corso, la percezione dell’opinione pubblica è nettamente diversa rispetto a quella presente nell’opinione pubblica del “mondo occidentale”.
Innanzitutto è completamente diverso il vissuto storico: la Russia nel corso della storia è stata attaccata da occidente in innumerevoli occasioni. La paura degli invasori provenienti da occidente fa ormai parte dello spirito russo. Un elemento che in qualche modo si è fissato nel subconscio dei russi. Ciò ha portato ad una attenzione ai fatti geopolitici ben più forte di quella che si ha in occidente.
Questo elemento della “psicologia collettiva” russa fa in modo che i temi di politica internazionale e la geopolitica siano uno degli elementi fondamentali del dibattito politico russo. Sia il partito “Russia Unita” (il partito di Putin) sia il “Partito Comunista della Federazione Russa” (il PKFR di Gennadij Zjuganov erede del PCUS di epoca sovietica e secondo partito più importante in Russia) danno amplio spazio ai temi di politica internazionale. Dunque il livello di consapevolezza dell’opinione pubblica è enormemente più alto rispetto all’Occidente. Va detto che, ovviamente, non mancano le venature demagogiche. A fini di propaganda, spesso vengono inseriti nel dibattito elementi assolutamente demagogici. Per esempio vi è sovente la tendenza a definire lo scontro geopolitico con l’occidente come un vero e proprio “scontro di civiltà” dove l’occidente “portatore di valori immorali” (viene usato a tale proposito il tema dei matrimoni gay e delle adozioni fatte da coppie omosessuali) vuole distruggere la civiltà tradizionale slava fondata sui valori incarnati dalla Chiesa Ortodossa. La continua focalizzazione delle maggiori formazioni politiche russe sui temi della politica estera, rischia forse di legare troppo il processo decisionale del potere, impedendo ai governanti di compiere quelle rinunce e quelle retromarcie che ogni tentativo di compromesso richiederebbe, compromesso di cui pure la Russia avrebbe bisogno, perché la taglia politica e militare della Russia di oggi non è paragonabile a quella del paese degli zar e dei Soviet.
In tutto l’occidente, durante il novecento, la politica estera e i rapporti tra gli stati avevano molto peso nella scelta del proprio rappresentante politico, mentre dagli anni 2000 questo aspetto del programma dei partiti è passato completamente in secondo piano.
Oggi, durante la Guerra Fantasma, una oligarchia di politici e alti funzionari, della Russia e dell’Occidente, decide le mosse di una nazione o di una alleanza di nazioni nel panorama geopolitico, avendo sottratto alle genti delle nazioni qualsiasi possibilità di agire sulle decisioni dei pochi uomini al potere, in ognuna delle nazioni in lotta. Ma se la Guerra Fantasma dovesse proseguire e degenerare non saranno solo le oligarchie a subirne le nefaste conseguenze, ma ancora di più quelle genti e quelle masse che per opposte motivazioni non riescono ad avere influenza sui propri governanti.