Il quadro strategico della situazione in Crimea, e della conseguente crisi geopolitica tra Ucraina e Russia, è chiaro: la Crimea è e resterà sotto il controllo di Mosca. Troppo importante la base navale di Sebastopoli, troppo forti i legami della popolazione russofona con la madrepatria, troppo il divario di capacità bellica tra Ucraina e Russia.
Nonostante ciò il governo di Kiev potrebbe tentare di rispondere militarmente alla prossima indipendenza della Crimea, indipendenza cui farebbe seguito una Federazione con la Russia, pur mantenendo la Crimea lo status di repubblica “autonoma”.
In questi giorni, nei quali tanti parlano di de-escalation, assistiamo invece ad un rafforzamento dell’apparato militare ucraino, in particolare nei settori occidentali del paese e, se dobbiamo dare il nome di una città, a Leopoli in particolare. Il governo Ucraino ha diramato nei giorni scorsi, subito dopo l’autorizzazione della Duma russa all’uso della forza militare al di fuori dei confini della Federazione, un ordine di richiamo per decine di migliaia di riservisti, la grande maggioranza di essi nelle regioni occidentali hanno risposto alla chiamata e i primi battaglioni di fanteria meccanizzata e di carri hanno iniziato gli addestramenti uscendo dalle caserme.
Anche la Russia, dopo la fine delle cosiddette esercitazioni a sorpresa del 2 marzo scorso sta continuando a modificare lo schieramento delle forze in campo in particolare negli Oblast’ prossimo alla frontiera ucraina sud orientale, e abbiamo assistito allo spostamento anche di artiglieria pesante semovente da 152 mm e reparti di difesa aerea.
Ma i movimenti di truppe così come le “esercitazioni programmate” non si sono limitate ad Ucraina Russia e Crimea, anche un paese esterno alla disputa ha iniziato la scorsa settimana “esercitazioni programmate” e contestualmente ha richiesto una riunione urgente del Consiglio Atlantico NATO in base all’art.4 della carta di Washington: parliamo della Polonia, una potenziale variabile impazzita di questa crisi geopolitica.
Dobbiamo ricordare che la parte occidentale dell’Ucraina è da sempre estremamente legata alla Polonia, sia da legami culturali che di sangue. Oggi Polonia e Ucraina sono inoltre legate da intensissimi legami commerciali e l’Ucraina rappresenta per Varsavia una specie di stato cuscinetto che separa la parte sud orientale del paese dalla Russia, da sempre un avversario politico economico e militare dei polacchi.
Dobbiamo inoltre ricordare che la città di Leopoli fino al 1945 apparteneva alla Polonia e fu ceduta, così come la città di Stanislawow e la sua provincia oggi territorio ucraino e denominata Oblast di Ivano-Frankivs’k, all’Unione Sovietica. Questa operazione trasferì terre e popolazioni polacche sotto il dominio sovietico seguendo una linea di demarcazione detta Linea Curzon.
I polacchi hanno concittadini in quelle aeree e molti sentono Leopoli ancora come terra polacca. Questo insieme di interessi economici, necessità geopolitiche e simbolismi nazionali rende la Polonia molto sensibile alla crisi e fa sentire il governo e il popolo polacco coinvolto in questa crisi.
Già prima della presa di controllo russa della Crimea il nostro gruppo aveva sottolineato in questo scenario che nel caso di guerra tra Ucraina e Russia avremmo potuto assistere alla partenza di volontari polacchi verso l’Ovest Ucraina, volontari animati dall’intenzione di difendere propri connazionali e proprie terre oggi appartenenti all’Ucraina.
Oggi assistiamo invece ad una mobilitazione politica e militare della Polonia, mobilitazione che ha determinato già una prima risposta russa. Putin ha infatti ordinato di rafforzare in maniera evidente l’apparato militare di Kaliningrad, dove la scorsa settimana sono sbarcate truppe di fanteria di marina e almeno un battaglione di carri T-72. Questa mossa però ha estremizzato le paure dei polacchi che poco dopo hanno chiesto la riunione urgente della NATO in base all’art. 4 che recita :
[box color=”white” icon=”accept”]Article 4
The Parties will consult together whenever, in the opinion of any of them, the territorial integrity, political independence or security of any of the Parties is threatened.
[/box]
Alla fine del Meeting la NATO ha diffuso il seguente comunicato stampa
[box color=”white” icon=”accept”]Despite repeated calls by the international community, Russia continues to violate Ukraine’s sovereignty and territorial integrity, and to violate its international commitments.
These developments present serious implications for the security and stability of the Euro‑Atlantic area.
Allies stand together in the spirit of strong solidarity in this grave crisis.
We undertake to pursue and intensify our rigorous and on-going assessment of the implications of this crisis for Alliance security, in close coordination and consultation.
We continue to support all constructive efforts for a peaceful solution to the current crisis in accordance with international law. We welcome the ongoing efforts undertaken by the United Nations, the European Union, the OSCE and the Council of Europe.[/box]
La NATO ha ribadito l’appoggio alla Polonia, senza tuttavia intraprendere ufficialmente misure a difesa di Varsavia, ma sembrando puntare su di una missione di osservatori OSCE in terra Ucraina.
Se la crisi si manterrà confinata alla Crimea, non vediamo possibile un coinvolgimento, anche indiretto della Polonia nello scenario Ucraino.
Ma se, e ribadiamo se, tra Russia e Ucraina dovesse esplodere un conflitto reale la Polonia corre il rischio concreto di trovarsi invischiata in situazioni molto pericolose. In caso di conflitto volontari polacchi potrebbero partire per l’Ucraina e i jet di Mosca volerebbero a poche miglia da confine polacco mandando in fibrillazione la difesa aerea polacca, l’aeronautica e l’intera opinione pubblica. In questa condizione un incidente tra russi e polacchi non sarebbe solo possibile ma diverrebbe probabile, basterebbe poco, un radar di tiro che inquadra un bersaglio, non importa se polacco o russo, potrebbe bastare questo per dare il via ad una vera escalation militare in Europa. Anche per questo motivo è necessario evitare che la crisi per la Crimea diventi una guerra tra Russia e Ucraina. Guerra che farebbe diventare il confine tra Ucraina e Polonia la retrovia di una guerra, quel confine ucraino polacco che è l’area veramente pericolosa di questa crisi, la Crimea ormai è già Russia.