Crisi Frutta Estiva, la Russia distrugge l’unica parte del paese ancora sano
Per la rubrica “Voce dei Lettori” ospitiamo oggi il post di Marco Bove un protagonista del mercato italiano della frutta che ci spiega la situazione creata dalle sanzioni russe nel comparto ortofrutticolo italiano.
La crisi della frutta estiva sembra non avere fine.
Dopo la crisi già in cui versava il comparto ortofrutticolo sono arrivate le contro-sanzioni da parte della Russia che blocca l’importazione di frutta e verdura nel paese.
La crisi in cui versavano le aziende agricole a inizio luglio erano le seguenti:
1) sovrapposizione delle raccolte in alcune aree produttive europee,
la
2) l’andamento climatico sfavorevole che ha depresso i consumi sul mercato interno
3) mercati di destinazione del nord-europa, non favorevoli.
A questo bisogna aggiungere che il prodotto pagato al produttore (l’agricoltore) dalle GDO è tra lo 0,10 e lo 0,15 al kg, mentre nei supermercati lo troviamo a 2€ e anche 2,50 al Kg.
Uno sproposito. Se si pensa che l’agricoltore per rientrare nelle spese dovrebbe avere il prodotto pagato come minimo 0,40.
Ora è arrivato la cosiddetta ciliegina sulla torta, in una situazione già pesantissima.
E’ notizia di Giovedì quando si sono sparse le prime notizie del blocco delle importazione del territorio russo che 60 camion stavano tornando indietro.
E’ notizia di oggi (sabato 9 Agosto) che i camion sono più di 100.
I Tir sono stati bloccati alla dogana tra Polonia e Russia, controllati e rispediti indietro, dobbiamo dire che molti di essi rimarranno nell’Est Europa e svenderanno il prodotto (verrano forse pagati 1€ 7kg di prodotto, ovvero 0,14 al Kg una follia).
I cortili dei magazzini della frutta sono deserti dopo anni di fortissimo lavoro (l’agricoltura è la prima economia della zona saluzzese) i proprietari sono oramai disperati, nelle loro celle frigorifere ci sono centinaia di migliaia di cassette verdi piene di prodotto che ha le specifiche tecniche per essere solo commercializzata sul mercato russo.
Non solo, i magazzini non ritirano più. I produttori sono obbligati a non raccogliere più la frutta perchè il mercato europeo è saturo.
Bisogna capire che il saluzzese fattura 120milioni di € di pesche ogni anno, e la Russia acquista per 50 milioni di € ovvero il 40% di tutte le pesche prodotte.
La Russia era un partner formidabile per l’acquisto di frutta di qualsiasi tipo, mele, pesche e kiwi perchè consuma come tutta l’Europa messa insieme dato che non produce nulla.
Queste pesche dove finiranno? Dove finiranno le mele estive e quelle invernali?
Per non parlare del kiwi.
Oramai si pensa solo più alla riunione che terranno i Ministri dell’Agricoltura, al COMAGRI a Bruxxelles il 14/08/2014.
Però purtroppo fino ad ora non hanno fatto nulla per i problemi relativi alla sovrapproduzione di pesche europea, infatti i paesi più colpiti sono anche quelli che versano in profonda crisi economica: Italia, Spagna, Portogallo, Grecia e Francia.
Il COMAGRI ha una scelta obbligata, che potrebbe essere l’attivazione urgente di apposite misure eccezionali di emergenza previste nel reg. (UE) 1308/2013.
Se Giovedì prossimo venturo l’Europa non darà segnali chiari di come procedere, potrebbe profilarsi un fallimento a catena del settore agricolo italiano.
Settore che da lavoro a centinaia di migliaia di persone.
Le sanzioni non servono a nulla, se non a distruggere l’economia già vaccillante di un paese pieno di problemi come l’Italia.
Comment(24)
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non conosco la condizione del saluzzese, ma sono trent’anni e più che, da italiano, mi trovo ogni anno con le palle sfracellate dai produttori di pesche, di arance, di pomodori e di ogni altra frutta che sono sempre “in emergenza” perchè il loro prodotto ha prezzi che non coprono neppure il costo della raccolta
cambiassero produzione!
invece di pesche coltivino pini o mirtilli o qualcos’altro, oppure si inventino un sidro di pesche, una confettura, una crema di bellezza, un sistema per estrarne lo zucchero, quel che gli pare
…e invece già me li vedo fra qualche settimana, come vent’anni fa coi panettoni in albania, grandi servizi televisivi sugli aiuti alimentari ai poveri affamati palestinesi, o iraqeni, o del golfo di guinea, o di chissà dov’altro, che magari preferirebbero mangiare tutt’altro, e che molto probabilmente costerebbe anche molto meno, ma noi dobbiamo tutelare I POSTI di lavoro
Il problema è che la filiera è assurdamente complessa perchè in mano alla mafia.
Buon giorno
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13760
saluti
In economia e in finanza non si deve mai puntare la propria crescita su di un solo mercato, proprio per prevedere e compensare i fatti descritti nell’articolo. Oggi un blocco di importazione, ieri una malattia tipo l’aviaria e domani non si sà.
Inoltre per evitare di avere un prodotto che determini un gadagno così basso, bisogna e si può fare, accorciare il più possibile la filiera agroalimentare.
Quest’ultimo punto è il vero problema della questione, ovvero vedere il proprio prodotto acquistato dalla GDO a pochissimi centesimi. Questo accade a prescindere dagli embarghi e l’unico modo di bypassarlo e mettere direttamente in contatto chi produce con chi vende
Dalle mie parti ci sono, per esempio, i mercati del contadino. Consentono di mettere in diretta comunicazione produttori e consumatori, senza avere mille intermediari a speculare sul prezzo.
il problema è che tutti quelli che stanno in mezzo sono posti di lavoro, e per di più spesso altamente sindacalizzati e politicamente influenti, quindi benissimo se accorciano le filiere, ma se poi quelli finiscono tutti in cassa integrazione sulle spalle del contribuente, magari pagheremo meno le pesche, ma dubito seriamente che ci guadagneremmo
Ho scritto quello che accade nel saluzzese.
Leggendo con interesse i vostri commenti, purtroppo vi posso dire che la trasformazione del prodotto è nelle mani di una sola azienda italiana, il colosso CONSERVE ITALIA.
I mirtilli quest’anno sono crollati da 9euro a soli 3,5euro al kg.
Purtroppo la situazione è emergenza.
Per non parlare che ci sono ancora magazzini pieni di mele, dell’anno 2013.
perfetto
in tal caso se ne creino un’altra loro
oppure si vadano a rivolgere all’estero
I commenti di Flavio e Andrea sono un’esempio veramente raro di ottusa faziosità filoamericana, oltre che di immensa insensibilità. Veramente da vomito. 🙂
La verità, incontestabile anche dal più fazioso dei decerebrati, è che per svolgere fino in fondo il ruolo di servi, i nostri governanti hanno vibrato un colpo mortale a una parte importante della nostra economia. Aspettiamo che la risposta russa alla nostra aggressione tocchi il settore che dà da mangiare ai due geni filoamericani qui sopra, per vedere se reagiranno nello stesso modo con cui minimizzano le sofferenze degli addetti al settore agricolo…
Sono un agronomo, pensi veramente di essere tu una persona più adatta di me a commentare un post sull’agroalimentare????
Tu e la tua “forma di Russia” che hai in testa, è la peggiore manifestazione di assolutismo che ho letto in questo sito e che risulta irrispettoso persino nei confronti del popolo russo. Gli accordi commericali di filiera non presuppongono la fazione o appartenenza geopolitica di qualcuno, ma sono dettati da semplice massimizzazione del profitto, concetto che sta alla base di qualsiasi economia di mercato. Ma tu d’altronde quale grande scienziato della materia, perchè non organizzi un convegno così da manifestarci tutte le ideozie che ho sempre letto nei tuoi post?? Almeno le dici tutte insieme e non se ne parla più.
Se pensi di venire ogni volta a manifestare con arroganza e ignoranza questa tua presupponenza, ti sbagli di grosso. Tu non sei per la Russia o contro gli USA, tu sei per offendere e basta.
Per piacere, da agronomo quale sei illuminaci ed illustraci la situazione piuttosto che attaccare altri utenti.
Sicuramente sarebbe più costruttivo
Grazie.
Per piacere, da trollatore che sei, prima leggi quello postato sopra e poi commenti. Ho già indicato in modo costruttivo, prima di essere attaccato, quali secondo me sono i problemi. A proposti di problemi, tu e il tuo amico sopra mi sa che ne avete tanti.
A Marco Bove invece dico che mi spiace ma putroppo il suo articolo, in questa sito, non viene compreso dai suoi lettori perchè molti di loro straparlano senza conoscere i meccanismi che stanno dietro le argomentazioni trattate.
Peccato sarebbe stato un ottimo spunto di dialogo.
Darmi del trlollatore dimostra che non capisci un’acca di quanto scrivo.
Che vige il principio della massimizzazione del guadagno lo sa anche il gatto del mio vicino.
Scusa se ti ho chiesto qualche spiegazione ulteriore. Oltretutto sei te ad aver evidenziato che sei agronomo, non l’ha scritto la fatina buona del beeep.
bene, mi avevano dato del fascista e dello stalinista e dell’anarchico, ma del filoamericano mi mancava
…cmq al momento sono disoccupato, quindi finchè non mandano i paracadutisti ad occuparmi l’orto e i ranger sulle rive dei fossi a rastrellare funghi e lumache, mi sento abbastanza tranquillo riguardo al settore “che mi da da mangiare”
Al Sig. Marco Bove mi sento di dire, anche un po’ cinicamente, alcune cose:
1) Il sig. Bove ha votato il governo Renzi? Allora, in quel caso, doveva aspettarselo che sarebbe rimasto fregato dato che la linea è sempre quella di non dare contro l’Europa e leccare il sedere agli USA.
Per quanto deleterio forse Berlusconi non si sarebbe esposto così contro la Russia.
2) al Sig. Bove ed ai suoi colleghi va tutta la mia comprensione ma l’unica arma che hanno è quella della protesta. Chiamare giornalisti, farsi sentire. A costo di fare come i camionisti francesi che pur di avere la dovuta visibilità bloccano uno Stato intero.
Stiamo assistendo ad un governo che non segue quelle che sono le esigenze del Paese ma solo le proprie esigenze personali e di favori e privilegi.
Il primo settore colpito è quello dell’orto frutticolo ma se venissero colpiti anche altri settori quali il vino, l’abbigliamento o la cantieristica navale (yacht) sarebbe una strage tra i lavoratori e le aziende italiane.
Allora non rimane che far sentire la propria voce al governo. Fargli capire che questo amore per l’Ucraina è solo dei politici. A noi popolo non ce ne frega un caxxo di rischiare soldi, economia e guerre per una battaglia che interessa solo la politica americana.
La Russia è un partner, non un nemico.
Guardate questo video, e poi potete dire ciò che volete.
Prodotti buttati a terra.
http://laterracheconnette.wordpress.com/2014/08/07/pesche-raccolte-per-buttarle-a-terra/
E siamo solo all’inizio….. Voglio parlare del settore metalmeccanico?. Ci saranno grosse ripercussioni su tutti i settori. Ma dove cavolo ci stanno portando!
Mi sembra ci siano due interpretazioni nettamente distinte : una di tipo agrocommerciale sostenuta da Andrea che di fatto fornisce una analisi condivisibile, nella quale non noto scelte di campo politiche e quindi condivisibile nella sua essenza. Altre, alle quali mi aggiungo, di tipo politico. Mi spiace per i produttori ma non credo proprio che questa europa farà nulla per loro, soprattutto perchè a gestire le sanzioni sono stati i burocrati di bruxelles i quali puzzano molto di asservimento al regime obamaminkia/nato (se addirittura non ne sono a libro paga) il cui disegno è chiaramente di scelta antieuropea perchè una europa debolissima sarà più facilmente asservibile al mercato usa. Vedi anche il trattato segretamente portato avanti per accordi di libero scambio Usa/Eu che ci metterà definitivamente in ginocchio sia dal punto di vista politico che economico : ricchissimi pochi e poveri tutti gli altri tranne i loro ben pagati servi. Chi faccia parte dei cosiddetti servi è facile da intuire ed un occhiatina la darei tranquillamente anche a Palazzo Chigi.!! Buonasera a tutti!
Da questo punto di vista la politica europea in ambito agrolimentare ha appiattito il mercato trasformando i prodotti aventi connotazione locale, con prodotti con connotazione europea.
Un prodotto che, per caratteristiche dello stesso (ecotipo locale), produzione (limite di utilizzo di fitofarmaci, terrenti trattati con ammendanti adottando la giusta rotazione, etc.) e ambiente climatico, consente di ottenere un risultato che per peculiarità non lo si trova da nessuna parte. Così se un mercato collassa ce ne sarà un altro che lo richiede.
Purtoppo si è assistito a politiche comunitarie di massa veicolate dalle grandi multinazionali, che sono nate per contrastare mercati esteri sulla quantità e non sulla qualità. E’ stato questo l’errore più grande.
Chi pensa che accorciare la filiera avrebbe determinato una perdita di posti di lavoro rispondo che sarebbe stato meglio così, perchè putroppo gli intermediari “avvoltoi” sono una concausa a quanto stiamo assistendo oggi, a prescindere della riposta Russa alle sanzioni.
Condivido in pieno.
Il titolo è sbagliato.
Non è “la Russia” a distruggere il settore agricolo nazionale, è Renzi con le sue assurde sanzioni.
Che razza di titolo, la russia sta solo rispondendo a delle sanzioni ingiustificate , dovrebbe subire passivamente ?
L’agricoltura Italiana, e quella europea, da decenni non fa altro che invocare l’intervento pubblico “a sostegno del settore”, anziché razionalizzare la filiera, diversificare le produzioni, cercare nuovi mercati, e via dicendo.
L’intervento pubblico poi arriva, e sono quote latte, o sanzioni verso uno dei mercati di riferimento.
E gli agricoltori cosa fanno? Chiedono ulteriori interventi pubblici.
Più coglioni di così è dura trovarne.
Anzi no, parassiti ciucciasoldi altrui.
Se avanza frutta meglio portatela ai nostri politici così si mangiano anche questo. Se ci sono anche banane le sapranno usare.
NON LA RUSSIA HA DISTRUTTO L’UNICA PARTE DEL PAESE ANCORA SANO, MA IL GUERRAFONDAIO OBAMA E I SUOI LACCHE’ EUROPEI !!!!! CORREGGETE IL TITOLONE DELL’ARTICOLO, E, SE AVETE LE PALLE, SCRIVETE CHIARAMENTE CHI STA AFFOSSANDO ANCHE QUESTO COMPARTO! INDIRIZZATE LE VOSTRE PROTESTE VERSO GLI INETTI POLITICI LOCALI, E LA COMUNITA’ EUROPEA! PUTIN HA TUTTO IL DIRITTO DI RISPONDERE ALLE SANZIONI APPLICATE NEI CONFRONTI DELLA RUSSIA, E SPERO CHE LE INASPRISCA ANCORA! SVEGLIA !!!!!!!!!!!!!