Gazprom, il gigante russo dell’energia, su indicazione del primo ministro della Federazione Russa Dimitri Medvedev ha formalmente fatto richiesta alle autorità di Kiev di saldare entro il due giugno prossimo il debito contratto dall’Ucraina per le forniture invernali di Gas Naturale russo.
Il debito di Kiev ammonta a circa tre miliardi di dollari ed è praticamente impossibile che le autorità al governo dell’Ucraina decidano di pagare questo debito in tempi così brevi. La Federazione Russa afferma che Kiev riceverà a breve la prima tranche del prestito del FMI, sufficiente secondo Mosca a saldare integralmente il debito per le forniture di energia.
Ma a Kiev quei soldi servono per la gestione corrente delle spese dello stato, e se queste risorse fossero impiegate integralmente per ripagare Gazprom l’intero sistema pubblico dell’Ucraina collasserebbe in assenza di un ulteriore immediato prestito.
L’Ucraina quindi non pagherà i debiti contratti con Mosca entro la scadenza indicata da Gazprom. Se Kiev non pagherà Mosca ha annunciato che interromperà le forniture di gas all’Ucraina, diminuendo il flusso nei gasdotti che attraversano l’Ucraina e che arrivano in Europa.
Ma Mosca non mantiene il controllo dei gasdotti sul suolo ucraino e delle sottostazioni del sistema di trasporto del metano. Mosca non può impedire quindi a Kiev di appropriarsi indebitamente del gas che transita sul suo territorio diretto in Europa. Se succedesse questo le forniture di gas russo verso l’Europa (che non passano tramite North Stream) sarebbero in pericolo perché dinnanzi al furto di gas da parte dell’Ucraina, Gazprom su indicazione del Cremlino potrebbe interrompere il Flusso.
Secondo il nostro gruppo Mosca con la richiesta di pagamento integrale potrebbe voler innescare intenzionalmente una crisi del gas con l’Europa, ma una crisi pilotata. Cerchiamo di spiegarci.
Il mese di Giugno è uno dei mesi con la minore richiesta di gas naturale in Ucraina, così come i mesi di Luglio e Agosto. Anche in Europa Giugno Luglio e Agosto sono i mesi dove si assiste al minimo consumo di gas dell’intero anno. Una crisi del gas in questo periodo potrebbe quindi sensibilizzare sia i governi europei sia le opinioni pubbliche di Germania, Rep. Ceca, Slovacchia, Austria, Italia, Ungheria e Danimarca sulle implicazioni di una crisi simile che dovesse scoppiare in pieno inverno quando ai consumi di gas dell’industria e delle centrali energetiche a gas si sommano i consumi per il riscaldamento ad uso civile quasi esclusivamente basati nei paesi suddetti sul metano.
Una crisi del gas in periodo estivo non sarebbe inoltre così dannosa per Gazprom e per la Russia come una crisi che si dovesse attuare in periodo invernale. Dalla vendita del gas all’Europa, Gazprom ricava, e ricaverà per i prossimi 5 anni la maggior parte dei propri profitti, prima che la costruzione delle infrastrutture di esportazione verso al Cina possano permettere al gigante russo di differenziare in maniera significativa la propria clientela.
Riteniamo quindi possibile che nel mese di Agosto si possa assistere ad una crisi del gas in Ucraina, con l’Europa che si vedrà chiedere forniture di emergenza da Kiev al fine di non far collassare il sistema energetico dell’Ucraina e allo stesso tempo vedremo le compagnie energetiche europee cercare di accaparrarsi le forniture accedenti di gas libico ed algerino, con il concreto rischio di aumento dei prezzi dell’energia per industrie e famiglie.
La capacità di differenziare le fonti energetiche e la volontà politica di mantenere un canale di dialogo aperto con Mosca farà si che questa piccola crisi energetica estiva possa essere un singolo episodio che sarà presto dimenticato dalla storia oppure essere il prologo di una crisi energetica che potrebbe colpire buona parte dell’Europa centrale e meridionale nel giro di 6 mesi.