La Crimea sceglie l’indipendenza. La parola ora a Mosca
La Crimea ha scelto una totale indipendenza dall’Ucraina e di chiedere a Mosca l’annessione della Repubblica di Crimea alla Federazione Russa. Altissima l’affluenza alle urne dei cittadini di origine russa mentre le atre etnie non hanno partecipato in massa alla consultazione determinando percentuali a favore dell’annessione a Mosca dell’ordine del 80%-90%.
Domattina alle ore 1000 ora di Simferopoli, le 0900 in Italia, il Consiglio Supremo della Crimea si riunirà per ratificare il referendum e sancire formalmente la secessione della Crimea dall’Ucraina.
Da quel momento la Crimea sarà indipendente ma non ancora annessa alla Russia. La prossima mossa infatti spetterà al Cremlino e al parlamento di Mosca. Il presidente Putin potrebbe scegliere di attendere alcuni mesi prima di formalizzare l’annessione alla Federazione per cercare di stemperare la tensione internazionale, così facendo però dovrà continuare a a mantenere truppe senza mostrine in territorio della Crimea e non potrebbe esercitare pienamente la propria autorità sulla penisola, dovendo comunque provvedere alle necessità di due milioni di abitanti.
Il nostro gruppo è propenso a pensare che la Russia procederà rapidamente all’annessione della Crimea, all’espulsione delle truppe Ucraine ancora presenti sul suolo della penisola e alla nazionalizzazione dele infrastrutture energetiche, militari e minerarie della zona.
Rimane aperto il problema degli ordini che Kiev impartirà ai propri uomini presenti in Crimea alla scadenza della tregua del 21 marzo prossimo.
Molti soldati ucraini hanno nelle città della regione contesa casa e famiglia, che contemporaneamente costituiscono sia una valida ragione per combattere, sia una valida ragione per arrendersi. Riguardo questi militari riteniamo che la grande maggioranza di essi, in caso di scontro con i russi, deporrà la armi ma che alcuni reparti cercheranno di opporsi ai russi con le armi.
Un secondo problema nel breve periodo riguarda il controllo dell’abitato di Strilkove, territorio non appartenente alla Crimea dove esistono i terminal costieri di nove pozzi metaniferi del Mar d’Azov. Ieri pomeriggio due plotoni Spetznaz appoggiati successivamente da una compagnia di fanteria meccanizzata ed il supporto aereo di 8 elicotteri tattici e d’attacco si hanno preso il controllo del terminal e non è ancora chiaro se in questo momento le truppe russe siano ancora presenti a Strilkove.
Strilkove e le caserme delle forze armate ucraine in Crimea saranno i punti caldi delle prossime ore nel confronto tra Mosca e Kiev.
Aggiungiamo un’ultima considerazione. Fino a pochi minuti fa lo spazio aereo della Crimea era spazio aereo ucraino, ora non è più così e l’eventuale presenza di droni di sorveglianza all’interno dei cieli di Crimea sarà a tutti gli effetti in attori guerra, ora contro la Repubblica di Crimea, ma presto contro la Federazione Russa.
Comment(3)
Comments are closed.
Il popolo crimeo si è fatto abbindolare dalla Russia. Non ha ottenuto l’indipendenza ma sono stati merci di scambio. Penso che la Crimea sia stata venduta da parte dell’Ucraina per ripianare il debito che la stessa ha con Gazprom. Altrimenti non si spiegherebbe come uno stato straniero possa invadere un altro senza che l’invaso non spari neanche un colpo di fucile.
E non può passare la giustificazione che la Russia militarmente è superiore all’Ucraina, perche anche l’Iraq era militarmente superiore ma il piccolo Kuwait si difese.
La Crimea non è merce di scambio, semplicemente serve una zona cuscinetto per il porto militare di Sebastopoli, indispensabile per i russi.
Tutti i debiti dell’Ucraina ora se li pagherà Kiev con i soldi dell’Europa.
Se non hanno reagito durante l’invasione è per il fatto che i russi non vedono altri russi come un nemico…