L’Ucraina ha compreso che la Crimea ormai è Russia, non ci sono opzioni percorribili per riprendere il controllo della strategica penisola che si affaccia nel mar Nero. La Russia ha il pieno controllo politico e militare dell’intera regione e a Kiev non resta che accettarlo.
Il governo ucraino, ed in particolare il Primo Ministro, aveva valutato nei giorni scorsi la possibilità di un confronto militare con la Russia in Crimea, in forza del fatto che la Russia non disponeva e non dispone tuttora nell’area contesa di mezzi corazzati o di artiglieria pesante. Ma l’opzione militare avrebbe aperto la strada ad un invasione russa della parte orientale dell’Ucraina e così Kiev ha rinunciato al confronto militare.
Restava il problema della residua presenza militare ucraina in Crimea, che poteva essere fonte, come vi abbiamo illustrato in questo scenario di due giorni fa, di un potenziale conflitto. L’Ucraina però ha deciso di ritirare il suo personale dalla Crimea, insieme alle famiglia dei militari lì dislocati. La situazione si avvia quindi ad una soluzione non cruenta.
Resta ora un singolo punto di frizione e di potenziale tensione. Parliamo della base aerea di Belbek.
Il primo problema è che a Belbek sono presenti due squadroni di Mig-29 ucraini per un totale di circa 35 aerei, più della metà della flotta di Mig-29 efficienti dell’intera aviazione Ucraina. Il secondo problema è che la quasi totalità del personale addetto alla base aerea a nord di Sebastopoli è composto da ucraini etnici e già nei primi giorni dell’occupazione russa essi hanno sfidato i soldati della forza di intervento rapido di Mosca marciando verso i Check Point russi, per nulla intimoriti dalle brevi raffiche di armi automatiche sparate in aria dai russi come avvertimento.
Secondo la nostra valutazione gli ucraini lasceranno la base aerea ma difficilmente vorranno abbandonare i loro aerei.
D’altra parte nemmeno i russi vorranno lasciare partire i Mig-29 e gli altri aerei presenti al suolo a Belbek. Due squadroni di Mig-29 possono sempre essere utili a Mosca ma ancor di più risulta utile privare Kiev di 35 caccia intercettori senza doverli abbattere in volo, e questo è un risultato che i russi vorranno sicuramente raggiungere.
Ora il punto di tensione, forse l’ultimo, è questa base aerea a Nord di Sebastopoli.
Belbek, l’ultimo potenziale luogo di conflitto in Crimea.
Addendum
La Crimea riceve le gran parte dell’energia elettrica e dell’acqua potabile dall’Ucraina, il governo di Kiev potrebbe utilizzare questo mezzo di pressione contro Mosca, anche riguardo la questione dei caccia di Belbek, questo va ricordato. Le possibili implicazioni del taglio di energia e acqua potabile alla Crimea saranno discussi in un successivo post.
Ricordiamo altresì che il governo di Kiev ha dichiarato che le forze armate ucraine sono state poste in stato di “Pronti al Combattimento”